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Cronaca

Crollo Morandi, Toninelli: «Venerdì decreto per Genova, nuovo ponte entro la fine del 2019»

Il ministro delle Infrastrutture, in audizione durante la Commissione Ambiente, promette imminenti provvedimenti per la gestione dell'emergenza. E annuncia i promessi giri di vite sulle concessioni

Pochi giorni ancora per il “decreto Genova”: è quanto ha promesso il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, che nel corso di un’audizione alla commissione Ambiente della Camera ha annunciato che venerdì il documento arriverà in Consiglio dei ministri.

Si tratta di un decreto molto atteso dalla città, che dovrebbe gettare le linee guida per la gestione dell’emergenza post crollo ponte Morandi, con particolare attenzione riservata alle famiglie sfollate e alle imprese che hanno subito danni a causa della tragedia. Conterrà inoltre una parte riservata agli interventi di manutenzione, e ai sensori da installare sul ponte per effettuare i tanto attesi monitoraggi: l’obiettivo è consentire alle centinaia di sfollati di rientrare nelle abitazioni della zona rossa il tempo sufficiente a recuperare oggetti personali, ricordi e quanto necessario per tentare di iniziare una nuova vita nei nuovi alloggi, operazioni consentite soltanto se i sensori dimostreranno che quanto resta del ponte è sufficientemente stabile.

Toninelli ha parlato anche di ricostruzione, annunciato che in queste ore a Bruxelles si sta discutendo della possibilità di deroga al Codice degli Appalti affinché l’assegnazione dei lavori avvenga in modo diretto e immediato, senza gara: il soggetto scelto sarebbe Fincantieri, che lavorerebbe di concerto con Mit, Regione e Comune sulla base del progetto donato da Renzo Piano. Resta da chiarire la questione riguardante Autostrade: il governo, nelle persone di Di Maio e Toninelli, ha più volte chiarito di non essere intenzionato a coinvolgere l’azienda nell’opera di ricostruzione in altro che non sia lo stanziamento dei fondi necessari. 

La polemica con il governatore Toti

Una dichiarazione che si scontra, almeno in parte, con le dichiarazioni del governatore della Liguria, Giovanni Toti, eletto commissario straordinario per l’emergenza Morandi, che venerdì ha partecipato a una conferenza stampa convocata appositamente per svelare il progetto di Piano insieme con Giovanni Castellucci, amministratore delegato di Autostrade. Che ha parlato di “squadra di lavoro compatta”, suscitando l’immediata reazione di Di Maio: «Non faccio costruire il ponte a chi l’ha fatto cadere», ha detto il vice premier, scontrandosi a distanza con Toti, che dal canto suo aveva invece indicato in Autostrade il soggetto a oggi ancora concessionario dell’opera e dunque necessariamente coinvolto nella ricostruzione.

Morandi, alla conferenza sul nuovo ponte l'ad di Autostrade rompe il modellino. Video

«Due anni per far partire l'infrastruttura è intollerabile e non succederà», ha rimarcato Toti lunedì mattina riferendosi al viadotto Himera, in Sicilia, caduto nel 2015: i lavori per la ricostruzione sono stati affidati pochi giorni fa. 

«Sono passati quindi 2 anni e 10 mesi per l’affidamento di un lavoro a Anas. Genova non sarà il viadotto Himera - ha concluso Toti - per farlo dovranno passare sulla mia faccia, sul mio corpo e su questa Regione».

Tra polemiche a distanza e mezzo stampa e via social network, emerge chiaramente che buona parte del governo sia intenzionato a rivoluzionare il nodo concessioni autostradali, stabilendo quantomeno un vincolo affinché i ricavi vengano investiti per l’ammodernamento e la manutenzione delle infrastrutture. Sul fronte ricostruzione, Toninelli ha chiarito che «vogliamo che Genova torni alla sua quotidianità, ripartendo dalla ricostruzione del ponte, i cui lavori dovranno ultimarsi al più tardi tra un anno». 

La situazione degli sfollati

In zona rossa, intanto, gli sfollati e le loro famiglie continuano a presidiare gli infopoint per ricevere aggiornamenti sulla loro situazione e chiedere informazioni sui servizi cui hanno diritto, dall'abbonamento annuale Amt gratuito all'esenzione dal pagamento di bollette e rate del mutuo passando per la loro posizione nella graduatoria per l'assegnazione degli alloggi pubblici o del contruibuto per autonoma sistemazione.

«A oggi le famiglie genovesi sfollate a causa del crollo del ponte Morandi che devono ancora trovare sistemazione negli alloggi o richiedere il contributo per l’autosistemazione sono 21 su circa 260 - ha detto in mattinata il governatore Toti - Questa è la politica che serve a Genova alla Liguria e all’Italia. Poche polemiche e fatti concreti».

Il bisogno più impellente, però, resta conoscere la data in cui potranno - nella migliore delle ipotesi - tornare nelle loro case per recuperare i loro effetti personali: oggetti indispensabili per la vita quotidiana, come i vestiti, o semplicemente ricordi senza cui non si riesce ad andare avanti per provare a costruirsi da capo una nuova esistenza.

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