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Cronaca

Crollo Ponte Morandi, nel 2016 un'interrogazione parlamentare: «Preoccupante cedimento»

Per l'ex senatore Maurizio Rossi si è trattato di una «tragedia annunciata», che adesso rischia di diventare un disastro per l'economia della città

A cedere è stato il pilone appoggiato proprio accanto al letto del Polcevera, tirando giù parte del ponte Morandi. Un boato (in tanti l'hanno scambiato inizialmente per un tuono molto violento), i muri dei palazzi circostanti che hanno tremato violentemente, e poi una nuvola di fumo che, quando si è diradata, ha lasciato intravedere ai cittadini un cumulo di macerie al posto del ponte.

Tutti i numeri della tragedia

Erano le 11,37 di ieri, martedì 14 agosto, e su quel tratto del ponte stavano transitando 30-35 auto e un tir. Hanno compiuto un volo di circa 80 metri prima di schiantarsi al suolo. Il bilancio delle vittime, a metà mattinata, è salito a 37, mentre i soccorritori continuano a scavare.

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Il grafico Ansa/Centimetri è disponibile in formato più grande come allegato, in fondo all'articolo

Il ponte era sostenuto, oltre che dai piloni, da tiranti in cemento armato, ciascuno con all'interno 352 cavi metallici. Lungo 1182 metri, il ponte era largo 18 metri, con altezza al piano stradale di 45 metri e altezza dei tre piloni di 90 metri: i lavori per la sua costruzione erano iniziati nel 1963, ed era stato inaugurato nel 1967 dall'allora presidente della Repubblica, Giuseppe Saragat.

Toninelli: «Revoca concessioni ad Autostrade»

Il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli - che oggi sarà a Genova - ha puntato il dito su Autostrade: «I vertici devono dimettersi prima di tutto». Continuando poi: «Abbiamo attivato tutte le procedure per l'eventuale revoca delle concessioni e per comminare multe fino a 150 milioni di euro [...]. Se non sono capaci di gestire le nostre autostrade lo farà lo Stato».

Nel 2016 un'interrogazione parlamentare: «Ponte oggetto di preoccupante cedimento»

Il ponte, costruito tra il 1963 e il 1967 con la tecnologia del calcestruzzo armato precompresso, era stato progettato da Riccardo Morandi, ed è sempre stato al centro di polemiche per i continui interventi di manutenzione.

Nel 2016, l'allora senatore ligure Maurizio Rossi aveva scritto un'interrogazione parlamentare incentrata sulla Gronda, ma in cui si leggeva comunque che «recentemente il Ponte Morandi è stato oggetto di un preoccupante cedimento dei giunti che hanno reso necessaria un'opera straordinaria di manutenzione, senza la quale è concreto il rischio di una sua chiusura. Se non si predispone immediatamente una nuova strategia stradale di più ampio respiro del capoluogo ligure, i mancati lavori di realizzazione della Gronda, sommati alla possibile futura chiusura totale o parziale del Ponte Morandi, determinerebbero inevitabilmente il collasso dell'intero sistema viario genovese». Al 15 agosto 2018, i timori di Rossi si sono realizzati, ma a causa dello scenario peggiore: non la chiusura, bensì il crollo del ponte.

«Ora cambierà completamente il modo di vivere della città - ha detto oggi lo stesso Rossi a Primocanale, parlando di disastro annunciato - dobbiamo seguire l'evoluzione di un processo che cambierà totalmente le abitudini dei genovesi». Ma non si parla solo delle abitudini dei pendolari, bensì anche e soprattutto dell'economia della città: «Bisogna vedere come rendere compatibile il lavoro portuale con il lavoro di chi opera in città in altri settori, e che può prendere mezzi pubblici o che è obbligato a muoversi in auto. Spero che, adesso, Costa riconfermi la sua volontà di attivare un suo terminal crociere a Genova, ma come ci arriveranno i crocieristi? Come si organizzerà la città anche per l'afflusso dei mezzi pesanti? Pensiamo all'aeroporto che stava risorgendo, questa è una bastonata di dimensioni enormi, perché sarà molto difficile arrivarci adesso». E ancora: «Il traffico per il porto è aumentato in maniera esponenziale, e quel ponte è sempre stato a rischio con l'aumento del traffico pesante: è stato progettato male, aveva già avuto problemi di tenuta, le avvisaglie c'erano tutte, quante volte abbiamo visto tir fermi in coda per ore. Quel peso, il ponte, lo poteva sostenere? Non era stato progettato per avere tutti quei tir sopra. Ho cercato di farlo presente e non solo nel 2016».

Brenchic: «Un ponte che ha presentato problemi fin da subito»

Su Ingegneri.info, portale di infrastrutture e trasporti, Antonio Brenchic (primo laureato in Ingegneria delle Strutture all'Università di Genova, professore associato di Costruzioni in Cemento Armato e direttore tecnico dei Laboratori di Ingegneria Civile dell'Università) parla del ponte Morandi: «Ha presentato fin da subito diversi aspetti problematici, oltre l’aumento dei costi di costruzione preventivati, è necessario ricordare un’erronea valutazione degli effetti differiti (viscosità) del calcestruzzo che ha prodotto un piano viario non orizzontale. Ancora nei primi anni ’80 chi percorreva il viadotto era costretto a fastidiosi alti-e-bassi dovuti a spostamenti differiti delle strutture dell’impalcato diversi da quelli previsti in fase progettuale. Solo ripetute correzioni di livelletta hanno condotto il piano viario nelle attuali accettabili condizioni di semi-orizzontalità». Insomma fin dai primi decenni di vita il ponte è stato oggetto di manutenzioni profonde: un po' troppo, per un'infrastruttura così importante che avrebbe dovuto reggere senza particolari problematiche per molti anni a venire.

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