«Sfollati dal lunedì al venerdì», lo sfogo dei residenti della zona rossa
Toti e Bucci assicurano: entro la fine della settimana prossima arriveranno i dati dei monitoraggi sul ponte, entro il 14 settembre tutti avranno un alloggio. Ma in via Fillak ci si sente abbandonati
«Non mi ero accorta ma siamo sfollati solo dal lunedì al venerdì. Il sabato e la domenica siamo senza voce». A 27 giorni dal crollo di ponte Morandi, sono ancora centinaia le persone che restano ai margini della cosiddetta “zona rossa” in attesa di capire quando potranno rientrare nelle loro case, almeno per prendere i ricordi e gli effetti personali lasciati indietro.
Una vita sospesa, come hanno più volte sottolineato i residenti di via Porro e di via Fillak che hanno dovuto lasciare le loro abitazioni in pochi minuti per timore che il gigante cedesse ulteriormente, giornate interminabili scandite da pasti e caffè consumati a pochi metri dai portoni oggi off-limit, in attesa di aggiornamenti o semplicemente di qualche parola di conforto che possa alleviare l’ansia e la frustrazione. In questo scenario post-apocalittico gli infopoint, aperti dalle istituzioni per fornire informazioni e comunicazioni ufficiali sulla situazione sfollati, sono diventati un punto di riferimento fondamentale per i residenti. E dopo lo smantellamento del presidio Anpas in fondo a via Fillak, predisposto dalla Protezione Civile lo scorso venerdì, la presenza delle istituzioni sul territorio restano gli infopoint, che nel weekend però chiudono.
«Solo i presidi dei volontari resistono come possono offrendo caffè, focaccia e conforto - racconta Giusy Moretti, una delle persone che da quasi un mese attende di conoscere il suo futuro, rivoluzionato nel giro di pochi minuti - I vari sportelli di informazioni sono chiusi. Comune, Autostrade si prendono il meritato riposo.Noi no, noi ci siamo sempre. Forse perché non abbiamo più una casa, ci accontentiamo di vederla da lontano. Alziamo lo sguardo e il Ponte è sempre lì. La speranza di entrare ancora ci sostiene e ci da forza».
Lo sfogo di Giusy, condiviso su Facebook, in poco tempo ha fatto il giro dei social corredato dalle foto che ritraggono i cancelli chiusi a uno dei punti informazione aperti in seguito alla tragedia. E cioè quello del Centro Civico Buranello, il primo a organizzarsi poco dopo il crollo per accogliere gli sfollati, e quello nella scuola Caffaro di via Gaz 3 (aperto dalle 9 alle 18, ma mai il sabato e la domenica), oltre a quello allestito sotto il ponte di ferro di via Fillak.
Venerdì 14 settembre un minuto di silenzio per la città
L’auspicio degli sfollati, dunque, è che dalle istituzioni non venga a mancare il supporto costante e quotidiano e che non venga tagliato il flusso di informazioni, a oggi vitale per gestire la situazione. Sulla questione sono intervenuti lunedì mattina il sindaco Marco Bucci e il governatore della Liguria, Giovanni Toti, nel corso della conferenza stampa di presentazione delle attività previste per il 14 settembre, giorno in cui Genova commemorerà le vittime del Morandi e ricorderà la tragedia.
«L’intera città osserverà un minuto di silenzio venerdì 14 agosto alle 11.36 - ha detto Bucci - Suggeriamo a tutti i genovesi di fermare le loro attività e se possibile di scendere in strada e stare insieme agli altri. Ovviamente non vogliamo rischi per la sicurezza e l’incolumità, ma vogliamo che il minuto di silenzio sia rispettato, senza che sia male interpretato: Genova non si ferma, e non si è mai fermata, continua a lavorare per uscire dall’emergenza come ha fatto sin dal 14 agosto. Il messaggio dev’essere che noi ricordiamo, ci fermiamo per questo, ma non ci fermiamo con lo spirito».
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Toti: «Sfollati tutti sistemati entro il 14»
Parlando del 14 settembre, l’obiettivo di Regione e Comune è anche quello di trasformarla nella data in cui tutti gli sfollati saranno sistemati, che si tratti degli alloggi messi a disposizione dall’amministrazione o dell’erogazione del contributo messo a disposizione dalla Protezione Civile per chi desidera procedere in autonomia.
«Salvo rare eccezioni, il 14 avremo dato a tutti le case: a oggi sono oltre 100 le case pubbliche affidate alle famiglie, alcune necessitano ancora di essere arredate, ma quasi tutte sono state affidate nominativamente sulla base dell’elenco redatto, con la consegna delle chiavi. Manca il lotto dei 40 alloggi messi a disposizione dalla Cassa Depositi e Prestiti, che arriverà entro 10 giorni. A oggi 130 famiglie hanno scelto il contributo per l’autonoma sistemazione che il comune sta già anticipando con i fondi, e dunque su 260 nuclei familiari sfollati, 230 risultano sistemati: l’auspicio è di completare l’opera entro il 14».
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Sensori in azione entro la prossima settimana
La richiesta degli sfollati, però, non è solo quella di avere un nuovo alloggio a medio o lungo termine, ma anche di poter rientrare nelle case abbandonate quantomeno per recuperare oggetti personali e di valore (economico o affettivo) che si sono lasciati dietro fuggendo dalla minaccia del Morandi. Fermate pochi giorni dopo per ragioni di sicurezza, le operazioni potrebbero riprendere se i monitoraggi effettuati sul ponte garantissero la stabilità necessaria a portare a termine i “rientri lampo”.
«I sensori ci consentiranno una valutazione di rischio dell’area su cui ci baseremo per prendere provvedimenti. I sensori sono stati acquisitati e sono in corso riunioni finali per stabilire le modalità di installazione - ha spiegato Toti - Riteniamo che andando per vie brevi, entro venerdì dovremmo avere tutta l’attrezzatura a Genova per iniziare monitoraggio e nel fine settimana i vigili del fuoco potranno iniziare a piazzarla su entrambi i monconi del ponte. Dopodiché inizieremo la raccolta dei dati e l’analisi da parte degli esperti della commissione tecnica che affianca quella ministeriale».
Se tutto andasse come previsto, entro il 22 settembre Comune e Regione avrebbe in mano i dati in grado di stabilire se i resti del Morandi sono abbastanza stabili da consentire di riprendere le operazioni di recupero degli oggetti personali degli sfollati: «Soltanto con i dati sapremo quanto tempo sarà possibile restare dentro gli appartamenti, in che modo e con quali precauzioni - ha concluso Toti - e sapremo anche se i sensori ci forniranno quello che vogliamo sentirci dire: che possiamo rientrare nelle case, anche se per poco tempo. Ce lo auguriamo tutti, ce lo dice il buon senso, abbiamo una possibilità, ma devono essere rilevazioni con basi scientifiche e ufficiali a confermarlo».