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Cronaca

Coronavirus, portuali bloccano il terminal. Stop a 500 tir

Camionisti fermi per ore nel piazzale dell'Ufficio Merci senza misure di sicurezza

Effetto coronavirus al terminal di pra. Centinaia di camionisti fermi per la protesta dei portuali che hanno deciso di non salire sui tir perché non adeguatamente disinfestati dalla possibile presenza del virus.

Già da mercoledì sera, i camionisti hanno trovato il semaforo rosso e non hanno potuto caricare o scaricare i container. Fino a mezzogiorno di oggi, 350 veicoli sono rimasti fermi nel piazzale.

I portuali hanno infine deciso che avrebbero operato solo sui veicoli industriali che dovevano scaricare container pieni, senza però caricare quelli in banchina e destinati all’entroterra. Così, i camion che dovevano svolgere il doppio servizio (scaricare e ricaricare) sono rimasti nel piazzale, mentre altri ne arrivavano senza poter entrare nel terminal. 

Si stima che intorno alle 13 ci fossero almeno cinquecento veicoli fermi in ogni spazio disponibile.

Ovviamente tutti i camion erano accompagnati dai rispettivi autisti, che sono rimasti ore nel piazzale del terminal di Pra’ senza potere accedere ad acqua e cibo e con servizi insufficienti. Sul posto è arrivata anche la protezione civile che ha distribuito dei panini.

«Condividiamo a pieno le preoccupazioni dei lavoratori del porto e degli autotrasportatori, costretti a lunghe attese ai varchi, privi di dispositivi di protezione individuale. Questi lavoratori non possono essere considerati di serie B, a maggior ragione in questo momento di emergenza sanitaria, nella quale svolgono un ruolo essenziale per rifornire di beni di prima necessità le nostre città». È lo sfogo dell'assessore regionale ai Porti Andrea Benveduti, a commento del disordine venutosi a creare quest'oggi per i ritardi dovuti alla sanificazione dei tir presso il terminal PSA di Pra'.
 
«Il governo - aggiunge Benveduti - deve al più presto istituire una cabina di regia, a livello nazionale ed europeo, che garantisca un coordinamento efficace del sistema di controllo di protezione personale dei lavoratori e, al contempo, non mini all'operatività del traffico commerciale dei nostri porti. È opportuno rafforzare gli Uffici di Sanità marittima, preposti ai controlli fitosanitari, che non si trovano nelle condizioni di sostenere un tale carico di lavoro su merci e persone. Viaggiare sull'interpretazione dei decreti emessi dal governo, nuoce gravemente alla salute della catena logistico-portuale che ricordiamo essere la prima industria della nostra Regione, ma che oggi rischia davvero il collasso. È indispensabile perciò che il goveno faccia chiarezza. Non può essere questa la considerazione riservata al primo porto d'Italia».

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