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Cronaca

Coronavirus, 730 positivi e 60 decessi in Liguria. In terapia intensiva 85 persone

I numeri aggiornati a martedì sera e la situazione nella regione

Mascherine, respiratori e posti letto. Sono queste, nell’ordine, le priorità cui sta lavorando il servizio sanitario regionale per far fronte al picco di contagi da coronavirus in cui si sta entrando in questi giorni.

Nel pomeriggio di martedì 17 marzo, a una settimana dall’entrata in vigore del decreto “io resto a casa”, che ha trasformato tutta l’Italia in zona protetta, è stato comunicato che i contagi in Liguria sono 730 (96 più di lunedì), di cui 401 ricoverati in ospedale (73 più di ieri), 85 in terapia intensiva, 12 più di lunedì in questo caso.

Le persone decedute sono 60, 10 più di lunedì, mentre coloro che sono clinicamente guariti sono 54 (12 in più di lunedì). Le persone in sorveglianza attiva sono in totale 1706.

Coronavirus, 400 persone ricoverate e 85 in terapia intensiva. Un bimbo positivo al Gaslini

Analizzando nel dettaglio i numeri, emerge negli ultimi giorni una crescita costante che va dai 90 ai 100 casi in più, con diverse decine di persone ricoverate in ospedale e in sorveglianza attiva. Numeri che confermano l'arrivo del picco, e dei giorni più difficili per gestire l'emergenza da punto di vista sanitario.

A martedì sera, le persone in terapia intensiva in tutta la Liguria erano 85 (la maggiore parte al San Martino, hub regionale di gestione dell'emergenza coronavirus), e in generale quelle contagiate erano così suddivise territorialmente:

  • Asl1 - 46 (8 in terapia intensiva)
  • Asl2 - 60 (13 in terapia intensiva)
  • ASL 3 Colletta di Arenzano/Gallino Pontedecimo – 6
  • Asl 3 Villa Scassi – 37 (8 in terapia intensiva)
  • ASL 3 Micone di Sestri ponente - 1
  • Asl4 – 18 (4 in terapia intensiva) 
  • Asl5 - 39 (10 in terapia intensiva)
  • San Martino – 105 (24 in terapia intensiva)
  • Galliera - 41 (10 in terapia intensiva)
  • Evangelico – 48 (8 in terapia intensiva)

Sono invece 329, 75 in più rispetto a lunedì, le persone che stanno curandosi al proprio domicilio. Sempre martedì dalla Asl 4 è stato trasferito un bimbo positivo all'ospedale Gaslini. Le sue condizioni di salute sono buone, ha solo tosse. 

Toti: «Stiamo passando l'ora più buia»

«Oggi è una delle giornate più pesanti, lo sapevamo, il picco sta crescendo, era noto che fosse così, le misure di contenimento stretto daranno i loro effetti alla fine della settimana soprattutto se tutti lo faremo con grande rigore» ha commentato il Presidente di Regione Liguria Giovanni Toti durante una diretta Facebook pomeridiana. Il governatore si è raccomandato: «Se dobbiamo comprare il giornale andiamo all'edicola più vicino a casa nostra, se dobbiamo fare movimento fisico facciamolo nel nostro quartiere, facendo 3 giri dell'isolato, senza farci scampagnate in altri luoghi della città. Ognuno oggi deve fare il proprio dovere, che vuol dire per alcuni stare in casa, per altri andare a lavorare con serietà e abnegazione senza dimenticare le misure di sicurezza, per altri ancora la missione primaria è salvare delle vite».

«Mascherine e tamponi sono un feticcio. Dovete solo restare a casa»

«Ci sono due feticci di questa emergenza, uno sono le mascherine, l’altro è il tampone“. Con queste parole, in sintesi, il governatore Giovanni Toti risponde a chi gli chiede perché la Liguria non segua la scia del Veneto, dove il presidente Zaia ha annunciato tamponi a tappeto sulla popolazione, e nemmeno le recenti raccomandazioni dell’Oms, che ha invitato a eseguire il maggior numero di test possibili».

«Capisco che sia più facile individuare nei tamponi di massa e nelle mascherine delle cose alle quali si può aggrappare un sentimento di speranza, che però non può essere riposta in questi strumenti – ribadisce Toti -. Inizialmente i tamponi sono stati fatti a tappeto anche in Liguria per tracciare alcuni focolai di epidemia. Il calo dei contagi in zone come Wuhan non è dovuto ai tamponi, ma al fatto che la gente sia rimasta tappata in casa, come dovrebbe avvenire anche a Genova e in Liguria. In quelle zone c’erano misure di distanza sociale molto elevate».

Toti ha ricordato poi che chi ha sintomi del coronavirus deve chiamare il 112 anzichè autopresentarsi al pronto soccorso. Sul fronte dei DPI, invece, ieri è arrivata una partita di mascherine dalla Protezione Civile nazionale, e la Regione sta comprando altro materiale in Cina, senza dimenticare le donazioni dei privati. «Inizieremo ad acquistare le mascherine appena saranno pronte, da venerdì in poi, e appena il nostro personale medico avrà sufficienti scorte per affrontare il periodo, saremo a disposizione di tutte le altre categorie esposte, come i farmacisti, coloro che lavorano a contatto con il pubblico, e pian piano allargheremo fino a cercare di dare una mano al mondo dell'industria che deve rimanere attivo».

Per quanto riguarda la nave ospedale, se tutto andrà bene sarà consegnata giovedì per essere poi attiva lunedì.

Il governatore ha concluso: «Stiamo passando i giorni più duri, l'ora più buia, chi si è ammalato nei giorni scorsi può anche rischiare di aggravarsi perché la malattia devolve in 5-7 giorni, e dunque abbiamo bisogno di non avere nuovi contagiati, bisogna restare a casa».

La scuola di polizia penitenziaria per persone in quarantena e dimissioni protette

Da lunedì 23 marzo intanto la scuola di polizia penitenziaria di Cairo Montenotte comincerà a lavorare come struttura per l’emergenza coronavirus, e riceverà i primi ospiti. Si tratta di persone che sono in quarantena e di soggetti che hanno necessità di una dimissione protetta dagli ospedali. Ci sono 50 stanze a disposizione, per altrettante persone, su 5 piani.

«All’interno – spiega l'assessore regionale alla Protezione Civile Giacomo Giampedrone – i servizi alla persona saranno gestiti dalla Protezione civile, mentre tutti quelli sanitari saranno ovviamente curati dalla Asl di competenza. Una struttura come questa è particolarmente funzionale poiché i 5 piani potranno essere suddivisi a seconda dei pazienti e delle loro specifiche esigenze, diversificandoli in base alle necessità».

«Con Cairo Montenotte - precisa Giampedrone – raggiungiamo quota 3 strutture a terra per la gestione dell’emergenza coronavirus». La scuola di Cairo va infatti ad aggiungersi all’ex ospedale militare Falcomatà della Spezia (17 posti) e alla Rsa di viale Cembrano a Genova (50 posti). Tutto questo in attesa nella nave GNV che, a partire dalla prossima settimana, sarà allestita nel porto di Genova e che potrà ospitare, sempre per quarantena e dimissioni protette, 25 persone alla volta.

Coronavirus, i decessi

Crescono i numeri dei contagi e i numeri dei decessi. Martedì mattina la direzione sanitaria del San Martino ha comunicato la morte di altri due pazienti. Si tratta di un uomo di 83 anni nato nell’alessandrino ma residente a Genova che si trovava ricoverato in Osservazione Breve Intensiva del Pronto Soccorso (OBI) ed è morto alle 8 di martedì mattina, e di un uomo di 95 anni genovese, ricoverato nel reparto di Immunologia, morto in nottata.

Altre quattro persone sono morte tra lunedì e martedì: due uomini di 74 a 90 anni e una donna di 82, tutti genovesi e con patologie aggravate dal coronavirus (ritenuto concausa della morte), e una paziente di 93 anni ricoverata nel reparto reparto di Malattie Infettive al San Paolo di Savona.

Martedì pomeriggio al San Martino erano 36 i ricoverati in Malattie Infettive, 25 in Rianimazione, 20 al Padiglione 10. Tra lunedì e martedì mattina i pazienti dimessi sono stati 4, il più giovane ricoverato in Malattie Infettive ha 38 anni, un paziente complesso con pregresse patologie, il più anziano ha 92 anni.

Coronavirus, la situazione negli ospedali

Conseguenza diretta della necessità di ottimizzare il sistema sanitario, ospedali come il Micone di Sestri Ponente riservati solo al coronavirus, una nuova ala del San Martino, al Monoblocco, allestita a tempo di record per ricavare 120 posti in più di terapia intensiva e sub-intensiva e sono in corso di valutazione modifiche su altri nuovi padiglioni, medici, infermieri e oss sottoposti a turni massacranti e sforzi sovrumani per cercare di gestire la mole di casi che la Liguria, dove le persone ricoverate sono oltre 300 (247 si stanno curando a casa, in isolamento), si trova a gestire.

«Sono numeri sostanzialmente attesi - ha detto il governatore ligure Giovanni Toti - La curva ha dato dei segni positivi, nel senso che i casi sono in crescita ma sotto la curva di previsione. Il picco rimane previsto nei prossimi giorni, ma i dati di oggi fanno ben sperare di riuscire a contenere. La situazione è più o meno sotto controllo, ma si tratta di una situazione in evoluzione. Sino a ora sono soddisfatto di come ha risposto tutto il mondo sanitario senza alcuna eccezione».

Per far fronte all'emergenza, Regione e Alisa hanno inoltre sbloccato le assunzioni, come confermato dall'assessore alla Sanità, Sonia Viale: «Sono stati attivati percorsi e procedure consentiti dalla legge per rafforzare l’organico nelle Asl liguri e siamo riusciti ad assumere 122 unità di personale diversificato in varie qualifiche e professioni». Si tratta di medici, anestesisti, infermieri e oss che si uniscono alla squadra di persone che da settimane ormai lotta contro un nemico invisibile.

Emergenza mascherine, la Liguria acquista in Cina: «In arrivo primo carico»

All'assunzione di personale e alla creazione di nuovi reparti si aggiunge poi il lavoro sul fronte mascherine, tra i più importanti al momento per consentire al personale sanitario di operare.

Toti ha chiarito che a oggi la Regione si sta attivando per garantire un flusso continuo di approvvigionamenti indipendente da quello governativo, alla luce del fatto che le mascherine inviate dal governo sono quelle chirurgiche, e no quelle con filtro (FPP2) che consentono agli operatori di lavorare in sicurezza, e comunque insufficienti per coprire il fabbisogno ligure. Lunedì sera è comunque arrivato un carico da 4.500 pezzi, e in giornata sono attese quelle sequestrate in Sardegna e in parte destinate alla Liguria, mentre mercoledì da Malpensa dovrebbe arrivare il primo carico di mascherine che la Regione ha ordinato autonomamente in Cina.

Gite fuori porta, escursioni e pic-nic: aumentano le denunce per chi viola il decreto

«Stiamo costruendo una rete logistica di forniture liguri con fornitori nostri che nelle prossime ore inizieranno ad arrivare - ha confermato Toti - e ci auguriamo di essere autosufficienti. Le mascherine sono perlopiù prodotte in Cina e occorre trasportarle qui nonostante le difficoltà logistiche».

«Il fabbisogno quotidiano di mascherine è molto alto, parliamo di mascherine FFP2, e 4000 pezzi sono quelli che ci servono per una giornata - ha aggiunto l’assessore alla Protezione Civile, Giacomo Giampedrone noi non facciamo polemica, da mercoledì in poi i canali che abbiamo attivato come protezione civile extra dipartimento nazionale per andare in giro nel mondo e reperire quantitativi idonei inizieranno a dare un flusso continuo di cui la nostra sanità, tutto il comporta pubblico ligure, ha bisogno per affrontare questa emergenza: abbiamo attivato linee perché ci arrivino un milione di kit per i prossimi 20-30 giorni. Inizieremo mercoledì sera a recuperare un carico che arriva dalla Cina e che ci è stato donato ed è stato arrivato a Malpensa, lo consegneremo al centro di smistamento dell’ospedale San Martino, che è l’unico centro di smistamento che esiste attualmente in Liguria» 

Da domenica, Regione Liguria con un'ordinanza di Regione Liguria ha intanto imposto alle farmacie di dirottare sugli ospedali le loro scorte di mascherine.

Dimissioni protette: pronti 50 posti nella rsa Villa Cembrano, si lavora alla nave

Sul fronte strutture in cui ospitare pazienti guariti, ma ancora positivi, o persone che devono scontare l'isolamento e non hanno un luogo idoneo in cui farlo, la Regione sta lavorando sia sulla scuola di polizia di Cairo Montenotte, sia sulla Rsa Villa Cembrano, a Genova, con cui è già sttao siglato il contratto, sia sulla nave-ospedale che potrebbe essere allestita in porto e che potrebbe ospitare pazienti e personale sanitario a moduli di 25, ma, specifica il governatore Toti «non c'è urgenza, perché non è una priorità».

«Abbiamo firmato il contatto con la rsa Villa cembrano - ha aggiunto Giampedrone - e da martedì abbiamo a disposizione 51 posti per persone che hanno questa necessità. Martedì pomeriggio sarò a Cairo per il sopralluogo nella Scuola Penitenziaria che ci consentirà di avere oltre 120 posti in Liguria per queste degenze protette, credo sia un grande lavoro fatto, e stiamo lavorando per valutare l’allestimento della nave in porto a Genova, che è un altro degli hub che stiamo prendendo in considerazione per queste valutazioni che saranno nel tempo sempre più necessarie per sgravare i letti di ospedale da persone guarite, ma che avranno bisogno di un accompagnamento».

La Lombardia chiede aiuto: pronto il trasferimento in Liguria

Sulla base della risposta del sistema sanitario ligure, il governatore Toti ha dato disponibilità alla Regione Lombardia per accogliere in Liguria alcuni pazienti che necessitano di Terapia Intensiva: «La Regione Lombardia ci ha chiesto un aiuto, e noi abbiamo dichiarato di poter offrire tre terapie intensive per persone che in Lombardia sono in difficoltà, perché lì le terapie intensive sono allo stremo», ha detto Toti, aggiungendo che già da martedì potrebbero essere organizzati i trasferimenti.

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