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Cronaca

Coronavirus, 20 contagiati in Liguria, l'appello dell'Università: «Torniamo alla normalità»

Attesa per il confronto tra Regione e governo sul prolungamento dell'ordinanza varata per contenere il contagio. A oggi il cluster di Alassio resta quello più complesso, la maggior parte dei casi sono legati alla comitiva di Codogno arrivata lo scorso 11 febbraio

Sul territorio ligure ci sono 20 casi accertati di coronavirus: la comunicazione ufficiale è arrivata da Regione Liguria nella serata di venerdì 28 febbraio. I casi sono tutti legati al cluster di Alassio e al caso della Spezia.

Dall'inizio dell'emergenza in Liguria si contano 44 pazienti positivi, di cui 24, legati al caso dell'albergo di Alassio, sono in viaggio per il Piemonte. Sul territorio regionale ne restano dunque 20.

Venerdì si contano in tutta la Liguria 514 persone in sorveglianza attiva (30 sotto Asl 1, 235 per Asl 2, 59 per Asl 3, 45 per Asl 4 e 145 per Asl 5). Giovedì erano 580, dunque il numero è sceso. Ci sono tre tamponi in corso legati al caso della Spezia.

«Non abbiamo soggetti positivi non tracciati in Liguria: abbiamo due filoni precisi e individuati, questo penso faccia la sostanziale differenza, merito d un grande lavoro di mappatura» ha ricordato il governatore Giovanni Toti.

Per quanto riguarda il caso di Alassio, «la strategia della Protezione Civile è stata quella di diminuire il carico dell'albergo, sabato dovremo avere l'elenco completo di chi è ancora nelle camere, liguri e personale compresi» dice l'assessore alla Protezione Civile Giacomo Giampedrone.

La decisione finale sulla riapertura delle scuole verrà presa presumibilmente domenica nel tardo pomeriggio.

L'appello per tornare alla normalità

Dalle imprese e realtà economiche, culturali e sociali della regione - oltre che da moltissimi cittadini - inizia ad arrivare con più forza la richiesta di tornare alla normalità.

In mattinata si è riunita l'Unità di crisi Covid-19 dell’Università di Genova, di cui fanno parte, oltre al rettore Paolo Comanducci, anche diversi esperti tra cui l'infettivologo Matteo Bassetti e l'epidemiologo Giancarlo Icardi, che hanno rinnovato l'invito a riaprire scuole e università. L'idea è di sospendere l'obbligo di frequenza in modo da contenere gli spostamenti dai vari territorio, ma di consentire comunque ai docenti di fare lezione e agli studenti di parteciparvi.

Assenze scolastiche, come comportarsi: bisogna portare il certificato medico?

Coronavirus, il rettore dell'Università di Genova: «Lezioni in streaming se le lezioni restano sospese»

«In questo momento è importante dare un segnale di ripresa delle attività - ha detto il rettore Paolo Comanducci - ci auguriamo quindi che le scuole e l’università vengano riaperte. Se non accadrà metteremo in campo una serie di misure sostitutive per mitigare l’effetto della sospensione sui nostri studenti, e dunque lezioni in streaming per consentire agli studenti di fare domande, lezioni in differita registrate, slide e appunti da condividere e la possibilità di utilizzare sessioni di chiarimento su esami e programmi via mail»

«Auspico come tutti un ritorno alla normalità. Le Regioni si sono adeguate all'innalzamento dei provvedimenti presi sulla base della sitauzione di una settimana fa. Dal punto di vista epidemiologico in questo momento la Liguria non ha casi autoctoni e personalmente condivido un ritorno alla normalità. Come libero cittadino e come professore universitario penso che in Liguria debbano essere riaperte - ha fatto eco l'infettivologo Matteo Bassetti - Poi come uomo di sistema mi adeguerò alle scelte della politica».

L'ordinanza approvata lo scorso 23 febbraio in Liguria, d'altronde, ha di fatto fermato la Regione: il danno più immediato e impattante è quello registrato dal mondo della cultura e degli spettacoli, con decine di eventi, concerti e manifestazioni cancellati o rimandati a data da destinarsi (da realtà importanti e grandi come il Carlo Felice a quelle più piccole come pub e discoteche), ma anche il commercio sta subendo perdite a causa dei timori legati all'epidemia.

Scuole aperte o chiuse, Toti ringrazia le famiglie: «Abbiate pazienza»

Sulla questione riapertura delle scuole, nel pomeriggio di venerdì è intervenuto il governatore ligure Giovanni Toti con un post su Facebook diretto a genitori e nonni.

«Cari mamme e papà, cari nonni e care famiglie che in questa settimana state facendo i salti mortali per tenere i figli a casa - ha scritto il governatore ligure - con questo post vi voglio ringraziare per i vostri sacrifici e dirvi che ben comprendo le vostre problematiche legate all'organizzazione e alla logistica. Io sono dalla vostra parte e spero che si possa ripartire già lunedì, ma oggi non possiamo avere certezza, siamo una regione in cui il virus, seppur al momento circoscritto, è arrivato, pertanto serve una decisione condivisa tra Governo e le Regioni validata dalle massime autorità sanitarie, che ci rassicuri in maniera univoca sul fatto che sia sufficientemente sicuro riaprire le scuole. Intanto per venire incontro alle famiglie, abbiamo disposto che per rientrare a scuola non servirà nessun certificato medico se nella settimana tra il 17 e il 21 febbraio le assenze erano già state comunicate alla scuola per motivi diversi dalla malattia. Vi chiedo quindi ancora un po' di pazienza e sono certo che capirete che nelle mie priorità la salute dei cittadini viene prima di tutto.

Il grido di aiuto di commercio e cultura

«Sono il proprietario di un bar a Sturla, in via isonzo - ci racconta Ivano Iurilli - oggi è venerdì e di solito qui c'è il mercato rionale. È un bar di passaggio, con la stazione vicino, e di solito è il giorno con più affluenza, ma la situazione è drammatica da circa una settimana. Gli incassi si può dire che sono meno della metà, e siamo tutti sulla stessa barca sperando che la situazione migliori».

In mattinata è stato intanto avviato, presso l’assessorato al lavoro di Regione Liguria, il tavolo istituito con i sindacati confederali per analizzare le conseguenze sul mondo del lavoro causate dall'emergenza sanitaria da coronavirus.

Presenti i segretari generali liguri Federico Vesigna di Cgil, Luca Maestripieri di Cisl, Fabio Servidei e Sheeba Servetto di Uil in rappresentanza di Mario Ghini: «Dopo aver elencato ai sindacati tutte gli interventi attuati da Regione Liguria e dopo avere analizzato le problematiche portate al tavolo, è stato deciso congiuntamente di inviare una mia nuova lettera al Governo per chiedere l'istituzione di strumenti giuridici atti a dare supporto al reddito e cassa integrazione in deroga ai lavoratori penalizzati dall'emergenza come ad esempio quelli delle mense scolastiche e del mondo del turismo», ha dichiarato l'assessore Berrino.

Sulla problematiche delle esportazioni, delle frontiere chiuse, delle accettazioni delle merci dall'Italia, nella notte il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti ha inoltre avuto un lungo colloquio con il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio.

Su sollecitazione di vari operatori dei porti liguri il presidente della Liguria, Toti ha illustrato al ministro le preoccupazioni per le varie misure restrittive assunte da alcuni Stati nei confronti dell’export italiano, a suo avviso totalmente ingiustificate.

Il ministro ha assicurato al presidente Toti l'impegno della Farnesina nel tentativo di rimuovere ogni difficoltà e nell'impedire nuovi provvedimenti restrittivi, consapevole del rischio che corre l'export italiano, rappresentato in parte significativa dai porti liguri. Il presidente Toti e il ministro Di Maio si sentiranno nelle prossime ore, al termine di un giro di colloqui del ministro stesso con i principali partner commerciali ed economici italiani.

Coronavirus, la situzione in Liguria

Per quanto riguarda i contagi, il "cluster" di Alassio resta quello più numeroso e complesso: i casi sono quasi tutti riconducibili alla comitiva lombarda in vacanza ad Alassio in cui è stato riscontrato il primo caso, una 74enne di Castiglione d'Adda, con l’unica eccezione del 54enne di Pignone, nello spezzino, ricoverato in Malattie Infettive al Sant’Andrea della Spezia, che ha portato all’isolamento di tutta la sua cerchia di contatti.

Quella di Alassio resta dunque la situazione più delicata. Alla comitiva di Codogno, focolaio del contagio in Italia, si unisce infatti quella piemontese che ha condiviso gli spazi comuni dei due hotel, il Fronte Mare e il Bel Sit, durante il loro soggiorno, e che ora si trovano a loro volta isolati all’interno degli hotel stessi. 

«Siamo alle prese con la vicenda dello spostamento degli ospiti piemontesi dall’albergo di Alassio - ha detto giovedì sera il governatore ligure Giovanni Toti - Una situazione complessa, perché si tratta di 150 persone che non sono nelle migliori condizioni, a causa dell’isolamento in vigilanza attiva e per gli spazi ristretti. Per questo stiamo facendo il possibile per alleviare il disagio di tutti e abbiamo chiesto il supporto del personale della Croce Rossa. Proprio per spostare gli ospiti piemontesi quanto prima stiamo già eseguendo i tamponi su tutto il gruppo, in modo che possano essere trasferiti in Piemonte. E siamo pronti a farlo con le ambulanze appositamente predisposte. Stiamo aspettando che Regione Piemonte ci comunichi come li prenderà in carico, perché l’indicazione nazionale è che chi non ha bisogno di cure mediche faccia la quarantena nella sua abitazione o in strutture più vicine possibili al domicilio».

Venerdì in tarda mattinata è arrivata la conferma che gli ospiti piemontesi ancora presenti all’interno dell’hotel di Alassio torneranno in Piemonte entro sera. La situazione si è sbloccata dopo un colloquio telefonico distensivo tra Toti e il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, che giovedì sera aveva invece rifiutato di far rientrare in territorio piemontese la comitiva dell'astigiano rimasta bloccata a Genova.

Per quanto riguarda invece il personale e i proprietari dell’albergo, sono al momento ancora in fase di studio le azioni da mettere in campo, così come per quanto riguarda i turisti lombardi provenienti dalla cosiddetta zona rossa e che, pertanto, non possono essere riaccompagnati nelle loro abitazioni

Ancora non è stato resto noto l'esito dei due tamponi effettuati giovedì, tra cui quello su un minore ricoverato al Gaslini, parente e contatto di uno dei casi accertati di Alassio, e quello eseguito in via  precauzionale su una donna già ricoverata al Villa Scassi che non reagisce alle cure antibiotiche canoniche.

 «Stiamo sottoponendo il nostro sistema sanitario a un enorme stress - ha detto il professor Filippo Ansaldi, coordinatore della task-force di Alisa - ma il nostro obiettivo è individuare ogni possibile caso per contenere ogni possibile contagio. Stiamo quindi testando anche chi ha polmoniti apparentemente "inspiegabili", facendo controlli a tappeto, compiendo un grande sforzo. Abbiamo reso il sistema di sorveglianza più sensibile  dall’emergenza territoriale, allo scopo di confinare i due cluster individuati».

La vicepresidente e assessore alla Sanità, Sonia Viale, ha comunicato di aver scritto ai prefetti liguri affinché segnalino eventuali casi di persone presenti negli alberghi e sfuggite al controllo per segnalarli come casi sospetti di coronavirus agli uffici di prevenzione sanitaria. 

Coronavirus, gli isolati in Liguria

Alle 14 di giovedì pomeriggio, gli isolati in Liguria erano ufficialmente 580: 26 nel territorio della Asl 1, 242 in quelli della Asl 2 (quella savonese, dove c’è il cluster di Alassio), 51 nell’area dell’Asl 3 genovese, 44 in quella dell’Asl 4 chiavarese e 217 in quella dell’Asl 5, la zona in cui si è registrato il caso di Pignone.

Coronavirus e apertura scuole: si decide nel fine settimana

Il governatore ligure è tornato anche sul tema della riapertura delle scuole, chiuse in Liguria sino a domani. Nel weekend, con tutta probabilità domenica, si deciderà se prolungare il provvedimento o meno.

«Non ci sono ulteriori focolai all’interno di Regione Liguria. Questo ci consentirà, in accordo con Ministero della Salute e il Governo, di ragionare in Cabina di Regia su quali provvedimenti assumere per la prossima settimana e come eventualmente alleggerire le misure in atto previste dall’ordinanza - ha detto Toti - Utilizzeremo l’evolversi della situazione clinica per prendere le decisione più opportune. Sulle aperture delle scuole la decisione arriverà nel fine settimana, proprio per consentire una migliore valutazione del quadro complessivo regionale».

«Mi scuso fin da ora se la notizia arriverà all’ultimo minuto - ha aggiunto Toti - ma queste sono decisioni che vanno prese con tutti i dati a disposizione, e lo faremo domenica con la mappa aggiornata della situazione sanitaria nella nostra regione»

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