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Cronaca

Coronavirus, la "zona rossa" si estende a tutta l'Italia. Conte: «Scuole chiuse sino al 3 aprile»

I provvedimenti adottati in Lombardia e in 14 province italiane con decreto dell'8 marzo vengono sostituite da un nuovo decreto che le estende a tutta la Penisola: i dettagli in conferenza stampa

Le misure di contenimento per l’emergenza coronavirus valicano i confini delle regioni settentrionali e si estendono a tutta Italia, Liguria compresa: il premier Giuseppe Conte ha parlato alla nazione poco dopo le 21.30 di lunedì 9 marzo per annunciare che in tutta Italia, a partire dalla mattina di martedì (dopo la pubblicazione in Gazzetta del decreto), varranno le stesse misure restrittive in vigore in Lombardia e nelle 14 province indicate nel decreto dell’8 marzo, e dunque evitare su tutto il territorio italiano spostamenti a meno che non siano motivati da:

- comprovate ragioni di lavoro

- casi di necessità

- motivi di salute

Il premier ha anche confermato che in tutta Italia, sino al 3 aprile, è sospesa l’attività didattica nelle scuole di ogni ordine e grado e nelle università.

«Avremmo voluto avere tempo per adattarci, ma tempo non ce n’è - ha detto Conte - I numeri ci dicono che stiamo avendo una crescita importante di contagi e di persone ricoverate e purtroppo decedute. Le nostre abitudini vanno cambiate e vanno cambiate ora, dobbiamo rinunciare tutti a qualcosa per il bene dell’Italia, lo dobbiamo fare subito e ci riusciremo solo se tutti ci adatteremo a queste norme più stringenti. Per questo ho deciso di adottare misure ancora più forti e stringerti per contenere l’avanzata del coronavirus e tutelare così la salute di tutti i cittadini, che è il nostro obiettivo primario. La salute pubblica è messa a repentaglio, e siamo costretti a scegliere e imporre sacrifici».

«Sto per firmare un provvedimento che possiamo sintetizzare con l’espressione “io resto a casa”. Non ci sarà più zona rossa, o zona 1 e 2 della penisola, ci sarà l’Italia zona protetta. Abbiamo quindi istitutito il divieto di assembramenti all’aperto e in locali aperti al pubblico - ha proseguito il presidente del Consiglio - comprendiamo le esigenze dei giovani, ma non ci possiamo permettere più occasioni di aggregazione che diventano occasioni di contagio».

«Sono consapevole della gravità di queste decisioni - ha detto Conte in sala stampa - ma sono costretto a intervenire in modo ben preciso per tutelare le persone più fragili e vulnerabili. Non possiamo permetterci di abbassare la guardia, è il momento della responsabilità e voi tutti cittadini con me avete la stessa responsabilità. La decisione giusta oggi è di restare a casa, il futuro dell’Italia è nelle nostre mani e queste mani devono essere responsabili».

Conte ha quindi confermato che si fermeranno anche tutte le manifestazioni sportive, campionato compreso. Sarà inoltre necessario autocertificare la ragione per cui si sta spostando con apposito modulo, e la falsa certificazione sarà perseguibile penalmente. Nessuna limitazione è ora all’ordine del giorno, ha detto Conte, per i trasporti pubblici. 

Il governatore Toti in diretta Facebook: «Non possiamo stare a guardare»

Dopo la conferenza stampa del presidente del consiglio Giuseppe Conte, è intervenuto con una diretta Facebook anche il presidente della Regione Giovanni Toti: «Le immagini delle spiagge affollate come se fosse estate, degli sportivi in coda alle stazioni sciistiche, in questo fine settimana non sono state tollerabili, un weekend in cui il numero dei ricoveri e dei decessi è salito. Non possiamo stare a guardare».

Secondo Toti Il Governo ha recepito la misura che le Regioni hanno chiesto: «Qui in Liguria, in particolare, molti sono scesi da nord per occupare le seconde case in riviera - ha spiegato il governatore - e già ieri con un'ordinanza avevamo chiesto di autodenunciarsi per evitare di portare un virus a un contagio superiore anche nel nostro territorio». Anche in Liguria i contagi continuano a crescere e si sono rese necessarie misure più severe. «Il Governo ha uniformato le misure in tutto il territorio italiano e anche in Liguria - ha ribadito Toti - ci sono alcuni sacrifici da fare: da domani anche in Liguria si potrà spostare da casa solo chi ha comprovati motivi di lavoro, e vorrei chiarire che chi deve andare a lavorare domattina esce di casa e va a lavorare, magari senza ciondolare troppo in giro, e cerca di aiutarci a non fermare totalmente il Paese anche in questo momento così difficile per tutti».

«Chi deve andare a lavorare va al suo posto di lavoro, restano aperti i negozi, restano aperti i bar e i ristoranti ma solo fino alle 18 perché è evidente che se qualcuno si sposta per motivi di lavoro ha bisogno di mangiare a pranzo. Abbiamo il dovere di mantenere aperti alcuni servizi per le persone che si devono muovere, però il senso di questo provvedimento è chiaro: se potete evitarlo, non dovete uscire, tanto è vero che l'articolo 1 del provvedimento che viene esteso in tutta Italia prevede che possano uscire di casa coloro che vanno a lavorare, coloro per comprovati motivi, immagino chi vive da solo che deve andare a fare la spesa, non vogliamo murare in casa persone prive di sostentamento, basta un po' di serietà e di buonsenso».

«Sono vietati gli assembramenti, si ferma definitivamente lo sport, si fermano le manifestazioni, le scuole anche da noi riapriranno il 3 aprile. Sarà un mese in cui dovremo stare molto attenti e dal comportamento di ciascuno di noi, tutti coloro che non sono chiamati allo sforzo di tenere vivo questo Paese a lavorare, a produrre, a costruire il nostro ponte Morandi, si ferma tutto quello che è superfluo. Ci guardiamo un po' di tv, guardiamo il panorama dalla finestra, ci facciamo un piatto di pasta a casa, però cerchiamo di essere attenti perché da questa attenzione dipende lo sforzo di tante persone che tutti i giorni rischiano per contenere questo virus», ha concluso il presidente della regione Ligura, Giovanni Toti.

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