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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Animali e coronavirus: il veterinario smonta le pericolose fake news

Nessun pericolo di essere infettati dagli animali domestici, e neppure che siano loro a essere contagiati da noi: i chiarimenti dell'esperto

Cani e gatti abbandonati - o nella peggiore delle ipotesi, addirittura uccisi - per timore che possano essere vettori del contagio da coronavirus: in un’Italia in cui la psicosi in certi casi raggiunge livelli mai toccati prima, anche gli animali domestici finiscono vittime del pregiudizio.

Non è un caso che lo stesso Ministero della Salute, tra le molte note diffuse, ne abbia dedicata una proprio agli animali domestici, in cui viene sottolineato che «non ci sono prove che gli animali domestici possano essere infettati», tornando a consigliare di attenersi alla solita buona norma: lavarsi spesso le mani con acqua e sapone, anche dopo avere toccato animali domestici.

«Non ci dev'essere alcun tipo di ansia, perché non sono stati dimostrati casi di contagio da coronavirus proveniente da animali o sugli animali né in Cina, dove c’è stato invece una fobia molto più grossa, né tantomeno in Europa - spiega a GenovaToday il dottor Davide Pignero della Clinica Veterinaria Foce - Non ho ancora ricevuto telefonate di questo genere, ma è capitato che alcune persone che hanno portato i loro animali da noi mi abbiano chiesto chiarimenti. A loro ho ripetuto che non c'è alcun tipo di indicazione sulla possibilità che gli animali si possano infettare da un uomo malato o da un selvatico, né che possano a loro volta infettare esseri umani».

Il dottor Pignone smentisce anche un'altra informazione che sta circolando in rete da qualche tempo: «C’è stata, tra le varie fake news che girano sul web, anche quella di correre dai veterinari che avrebbero fatto immediatamente un test: il coronavirus, inteso come virus di questa tipologia e non come il nuovo Covid-19 cinese al centro dell'epidemia, esiste nel cane e nel gatto, così come ne esistono di vari tipi nell’uomo. Nel gatto, il coronavirus può causare malattie ben più gravi, quando si acutizzano, nel cane passano quasi inosservate». 

«Non c'è comunque nessun rilevanza scientifica che possa esserci un passaggio da cane e gatto a uomo o viceversa - sottolinea il veterinario - semmai potremmo essere noi più pericolosi per gli animali: nell'umano il Covid-19 si trasmette ed è dimostrato, potenzialmente siamo noi che lo possiamo distribuire. Anche in questo caso peròl non ci sono evidenze scientifiche che sia mai avvenuto e che possa avvenire».

Pignero fa poi una precisazione citando i dettami dell'Organizzazione Mondiale della Sanità: «L’Oms ha suggerito, nei paesi dove l’uomo è contagiato ed è positivo al Covid 19, che chi avesse un animale con sintomi riferibili a febbre, influenza e polmonite dovrebbe specificarlo a un veterinario., perché a quel punto si potrebbero fare studi per capire se gli animali sono a rischio. Ma tutti gli studi attuali effettuati sino a oggi hanno dimostrato negatività. Restano le regole base di buon senso che valgono non solo in caso di epidemie: lavare le mani dopo il contatto con un animale, ed evitare di farsi leccare in bocca».

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