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Cronaca

Strage di Corinaldo, l'ombra della banda dello spray si allunga su Genova

La procura e gli investigatori genovesi chiedono ai colleghi di Ancona gli atti di indagine dopo alcune dichiarazioni sospette dei 7 arrestati lo scorso venerdì notte

Si allunga anche su Genova l’ombra della “banda dello spray” accusata della strage avvenuta la notte tra il 7 e l’8 dicembre in una discoteca di Corinaldo nel corso di un concerto di Sfera Ebbasta. La procura di Genova ha infatti chiesto ai colleghi di Ancona gli atti d’indagine dopo alcune dichiarazioni dei 7 giovani arrestati venerdì notte: l’accusa è di avere usato lo spray al peperoncino nella calca per derubare il pubblico, una mossa che, nell’affollatissimo spazio della Lanterna Azzurra, ha causato la morte di 5 adolescenti e di una mamma.

I 7 arrestati sono tutti residenti nel Modenese, e farebbero parte di una banda specializzata in rapine nei locali attiva in Centro e Nord Italia: nel corso degli interrogatori avrebbero citato altre bande presenti sul territorio con cui sarebbero entrati in contatto, tra cui anche una genovese a cui avrebbero dovuto chiedere “il permesso” in caso di superamento dei “confini”.

Stage di Corinaldo, uno degli accusati arrestato a Sestri Levante 

Come detto, sono 7 i ragazzi arrestati per la strage di Corinaldo, tutti tra i 19 e i 22 anni. Uno di loro è stato bloccato a Sestri Levante venerdì sera: stava partecipando alla Silent Disco, e i carabinieri sono entrati in azione su sollecitazione della procura di Ancona, che sospettava che il giovane potesse sfruttare la vicinanza con la Francia per passare il confine e far perdere le sue tracce.

Il pubblico ministero Stefano Puppo avrebbe sul tavolo un fascicolo in cui sarebbero indicati i nomi di quattro giovani indagati nell'ambito dell'indagine delle squadre mobili di Genova e di Padova su una serie di furti in Liguria e Veneto.

La richiesta ai carabinieri di Ancona è quella di inviare i dati in loro possesso per incrociarli e capire se ci siano eventualmente corrispondenze. In parallelo, gli inquirenti stanno portando avanti una pista legata a un altro gruppo che negli ultimi tempi avrebbe colpito tra la Liguria e la Francia. L’obiettivo è capire se i due gruppi agiscano autonomamente, o se abbiamo invece un collegamento di base e si limiti a “spartirsi” il territorio. A oggi l’unico caso accertato in Liguria di uso di spray alpeperoncino nel corso di un concerto risale al marzo 2017, in occasione del live di Gigi D’Agostino al 105 Stadium.

Particolarmente rilevante, alla luce delle dichiarazioni degli arrestati di Corinaldo, l’episodio avvenuto lo scorso 26 luglio a Palazzo Bianco: il museo era stato evacuato dopo che una trentina di visitatori avevano accusato i sintomi causati solitamente dall’esposizione allo spray urticante, e dunque bruciore agli occhi, mucose irritate e difficoltà a respirare. In quel caso però nessuno aveva denunciato di avere subito furti: i carabinieri stanno passando al vaglio le immagini delle telecamere di sorveglianza per cercare di ricostruire cosa sia effettivamente accaduto.

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