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Cronaca Centro / Piazza Piccapietra

Massacrati a colpi di spranga in Piccapietra, clochard trovano casa grazie a una benefattrice

Lieto fine per Jonas Kolomon e la moglie Susanna, i due senzatetto che nel gennaio del 2014 furono vittime di un violento pestaggio insieme con un'altra coppia mentre dormivano

Arriva il lieto fine per Jonas Kolomon e la moglie Susanna, due dei quattro clochard massacrati a colpi di spranga la notte tra il 24 e il 25 gennaio del 2014 mentre dormivano nei loro rifugi di fortuna in piazza Piccapietra.

A due anni dalla terribile aggressione che li aveva fatti finire in ospedale con fratture e ferite su tutto il corpo, i due clochard slovacchi hanno infatti trovato casa grazie alla generosità di una donna che ha preferito rimanere anonima e che pagherà per loro l’affitto di un appartamento nel quartiere genovese di Quinto. Non solo: per Jonas, che con la moglie era tornato per strada a chiedere l’elemosina, è arrivato anche un lavoro saltuario che li aiuterà a mantenersi.

Destino diverso invece per le altre due vittime del pestaggio, Alice e Jan, che dopo essersi ripresi dalle ferite sono partiti alla volta di Taranto, dove vivevano prima di arrivare nel capoluogo genovese, e dove sono tornati a chiedere l’elemosina. 

Per i quattro picchiatori, anche loro senzatetto, arrestati per l’aggressione, continua intanto l’iter processuale: dopo le condanne arrivate al termine del processo con rito abbreviato, Michael Kraulec (11 anni e 2 mesi di carcere), Martin Krocka (12 anni), Ahmed Dridi e Karlo Bilani (7 anni ciascuno) hanno fatto ricorso in appello. La teoria dell’accusa, supportata dal giudice, era che il raid punitivo fosse stato organizzato da Kraulec per vendicarsi dopo una lite per l’occupazione di un posto per chiedere l’elemosina.

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