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Cronaca

Dall'Afghanistan a Genova al costo di un rene pur di fuggire dalla guerra

Pur di fuggire dalla guerra in Afghanistan erano disposti a cedere un rene o un figlio al posto dei 10 mila dollari necessari per pagare un jet privato. La meta prestabilita da dove iniziare una nuova vita era proprio Genova passando per la Grecia

Genova - Pur di fuggire dalla guerra in Afghanistan erano disposti a cedere un rene o un figlio al posto dei 10 mila dollari necessari per pagare i trafficanti di esseri umani. La meta prestabilita da dove iniziare una nuova vita era proprio Genova.

Il merito di aver sbrigliato le trame di questo sodalizio criminale va all'Interpol. Tutto è partito da una telefonata intercettata dalla squadra mobile di Ragusa in cui si parlava di voli privati in cambio di organi umani. Gli imbarchi avvenivano in Grecia ed erano diretti a Genova. Due episodi significativi hanno permesso di imprimere un'accellerazione alle indagini.

Il primo, a Kavala, cittadina nel nord est della Grecia: quindici persone (fra cui una donna incinta al nono mese di gravidanza) vengono fermati quando stanno ormai per imbarcarsi su due jet privati diretti al Cristoforo Colombo. I documenti indicano che si tratta di turisti danesi, ma controlli più approfonditi svelano che i documenti sono falsi e quelli non sono scandinavi, bensì afghani.

A quel punto per i quindici scattano le manette. Stessa sorte tocca ad altri sei clandestini, due coppie, un neonato e un trentenne, fermati a Ioannina, nord ovest della Grecia, pochi giorni dopo. L'aereo su cui dovevano imbarcarsi era diretto sempre a Genova.

Data la gravità della vicenda, gli inquirenti mantengono il massimo riserbo per non compromettere le indagini. Al momento risultano arrestati anche due piloti italiani e due donne dipendenti di un'agenzia di viaggio. La donna incinta fermata al momento del decollo avrebbe dovuto consegnare il neonato dopo il parto a Genova, secondo quanto lei stessa riferisce.

Gli organi venivano invece asportati prima della partenza, quindi presumibilmente in Grecia. I Learjet venivano noleggiati da una società 'fantasma' francese ma di proprietà di una compagnia con sede a Milano. I voli erano diretti a Genova dove evidentemente c'era qualcuno dell'organizzazione pronto ad accogliere i clandestini.

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