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Cronaca

Cinghiali in città, l'Ispra: «Abbattimento consentito e condivisibile»

Il parere dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale letto in consiglio regionale in risposta a un consigliere che chiedeva metodi alternativi all'uccisione degli ungulati trovati in contesto urbano

«È consentito e condivisibile abbattere i cinghiali catturati in un contesto urbano nel caso in cui non si possa prevedere una rimozione del problema in modo incruento»: questo il parere dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), interpellato dalla Regione Liguria sul comportamento da adottare per far fronte alla presenza sempre piaciuto frequente e massiccia di ungulati in città.

La questione è stata sollevata durante l’ultimo consiglio regionale da Marco De Ferrari, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, che ha chiesto di accogliere la campagna social lanciata da Enpa Savona (dove la scorsa estate sono stati uccisi due cuccioli di cinghiali in gabbia), e di intervenire sul regolamento regionale per consentire la cattura e lo spostamento di eventuali cinghiali sorpresi in contesti urbani in altre aree regionale adeguatamente attrezzate per poterli accudire fino a fine vita.

All’interrogazione ha risposto l’assessore all’Agricoltura, Stefano  Mai, che ha citato appunto il parere dell’Ispra, secondo cui vista «l’intelligenza dei cinghiali, tornerebbero subito in un contesto urbano». Il che significa, tradotto, che sarebbe inutile catturare i cinghiali e poi liberarli nei boschi, perché presto o tardi, ormai assuefatti al cibo facile e alla città, tornerebbero tra le case, dove è più facile procurarsi cibo.

«La materia è regolata da norme nazionali, ed esistono problemi di ordine pratico per cui, essendo i cinghiali animali dalle attitudini opportunistiche, tendono comunque a tornare nei luoghi ove è maggiore la presenza di cibo», ha replicato Mai, che ha poi riportato il parere dell’Ispra: «Il trasferimento in un altro ambito rappresenta un’immissione e, come tale,  secondo la normativa  nazionale va esclusa in ogni conteso ambientale». In parole povere, pare che al momento non esista, dal punto di vista legale e per la Regione, alternativa all’abbattimento dei cinghiali una volta catturati: esclusa l’immissione in altri contesti ambientali, anche dall’Ispra arriva il via libera all’abbattimento in città.

Alle parole di Mai hanno replicato gli animalisti: «Regione Liguria legge solo le parti che le fanno comodo, tacendo sull'obbligo di ricorrere agli abbattimenti solo come extrema ratio - è lo sfogo sullla pagina Facebook degli Animalisti Genovesi - Trovo risibile anche la risposta dell'Ispra, istituto che era presieduto da un cacciatore, tanto per dire. Cosa vuol dire che i cinghiali catturati tornerebbero in un contesto urbano? È da lì che vengono, dove sarebbe la novità? Ormai i boschi sono una zona di guerra tutto l'anno, e in città si trova cibo (leggi: spazzatura) a disposizione più che in natura. Di cosa ci stupiamo? Piuttosto bisogna proteggere con recinzioni gli accessi più sfruttati e studiare una diversa e più efficiente gestione dei rifiuti. E iniziare una sperimentazione su metodi di sterilizzazione chimica per quegli esemplari che vivono in ambiti ristretti e delimitati, come il Bisagno. Anche gli animali catturati potrebbero facilmente essere sterilizzati e quindi liberati, senza che vadano a incrementare la popolazione».

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