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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Chiavari

Getta acqua bollente sulla madre durante una lite: nel 2017 aveva accoltellato la figlia 12enne

L'uomo, 45 anni, era ai domiciliari a casa dell'anziana donna proprio alla luce dell'accusa di tentato omicidio risalente al febbraio di due anni fa

Ha aggredito la madre rovesciandole addosso una pentola di acqua bollente dopo che la donna ha protestato per la decisione di invitare alcuni amici a casa per fare baldoria. Protagonista della vicenda un uomo di 45 anni, ai domiciliari proprio a casa della madre per avere accoltellato la figlia di 12 anni in un raptus nel febbraio del 2017.

La vicenda è avvenuta nell’appartamento di Chiavari in cui il 45enne vive ormai da tempo con l’anziana madre: è il pomeriggio del 19 marzo, l’uomo, già ubriaco, vorrebbe invitare a casa alcuni amici «per la festa del papà», come spiega alla donna. Che evidentemente quel figlio lo conosce bene, e protesta a gran voce. La reazione è immediata: l’uomo afferra la pentola che sta sui fornelli e scaglia l’acqua bollente addosso alla madre, ustionandola. 

Nel giro di pochi minuti sul posto arrivano ambulanza e carabinieri. La donna viene accompagnata in ospedale, i militari coordinati dal maggiore Angelo Gerardi interrogano il figlio e ne ricostruiscono il passato, scoprendo un’accusa di tentato omicidio, la stessa per cui era detenuto ai domiciliari. Nel febbraio del 2017, infatti, l’uomo si era presentato all’ospedale Gaslini con la figlia tra le braccia, sanguinante, chiedendo aiuto dopo una presunta aggressione avvenuta vicino a un benzinaio. 

Le indagini della Squadra Mobile avevano presto chiarito che era stato invece lui stesso a colpire la figlia con un coltello: strozzato dai debiti contratti in Ecuador, si era scagliato contro la ragazzina, “colpevole” di avere speso soldi per alcuni acquisti personali. L’aggressione era avvenuta proprio nell’appartamento di Chiavari in cui doveva scontare i domiciliari, e in cui mercoledì pomeriggio il 45enne ha ferito anche la madre: per lui si sono aperte le porte del carcere di Marassi, l’accusa è quella di lesioni aggravate da futili motivi.

La donna è stata invece medicata per ustioni di primo grado e dimessa con 10 giorni di prognosi grazie agli abiti che l’hanno protetta.

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