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Cronaca Centro Storico / Piazza delle Erbe

Movida in centro storico, i commercianti tuonano: «Tursi ritiri l'ordinanza»

Calo del fatturato del 30% in 6 mesi, zone sempre più a rischio desertificazione e assenza di controlli: queste, secondo le associazioni, le conseguenze dell'entrata in vigore del provvedimento della giunta Doria

Tursi ritiri l'ordinanza emessa lo scorso maggio, e la sostituisca con un'altra redatta con la collaborazione dei commercianti che operano sul territorio: questa la richiesta dei commericanti del centro storico, che da mesi lamentano di essere stati fortemente penalizzati da uno dei due provvedimenti (l'altro riguarda Sampierdarena) con cui la giunta Doria ha tentato di dare un giro di vite alla movida selvaggia nei vicoli.

Tentato, perché se è vero che l'obbligo di chiusura anticipata dei mini market, costretti ad abbassare la serranda alle 21, ha portato indubbi benefici dal punto di vista della vendita di alcol (soprattutto ai minorenni), è altrettanto indubbio che gli episodi di violenza e degrado nel centro storico continuano a verificarsi con la stessa frequenza. Prova, secondo i titolari di bar e altri esercizi commerciali obbligati a chiudere all'una da lunedì a giovedì e alle due venerdì e sabato, che colpire in maniera indiscriminata le attività della zona, comprese quelle virtuose, ne danneggia il tessuto economico e sociale.

Ed è per questo, e per salvaguardare gli affari «calati del 30% da quando è entrata in vigore l'ordinanza, soprattutto in estate», come fanno sapere in una incontro convocato da Ascom e Confesercenti, che i gestori delle attività del centro storico hanno deciso di presentare un ricorso al Tar in cui si chiedeva una sospensiva dell'ordinanza, e una sentenza di illegittimità. Nel primo caso, il tribunale amministrativo ha dato ragione a Tursi rifiutando la sospensiva, nel secondo si attende il verdetto entro la fine dell'anno. Quando ormai, sottolineano i commericanti, la stagione autunnale, quella più proficua per il centro storico, che sosituisce le riviere e le località balnerari in cui la movida si sposta in estate, sarà però ormai compromessa. Da qui la richiesta: «Il Comune ritiri l’ordinanza, e ne faccia un’altra ascoltando i commercianti, noi allora ritireremo il ricorso. E soprattutto istituisca maggiori controlli, fondamentali per regolamentare la movida molto più dei provvedimenti in sé - spiega Cesare Groppi di Confesercenti - Questa zona non ha bisogno di divieti, ma di controlli sia nei confronti di chi vende sia in quelli di chi frequenta. Le persone hanno iniziato a pensare che questa sia una zona franca, cosa che non è e non deve diventare. Il controllo dev’essere finalizzato a far lavorare le attività commerciali, e a far riposare i residenti».

Il secondo nodo da sciogliere è infatti quello che riguarda proprio i residenti. Una parte dei quali si è schierata in favore delle ordinanze, perché esasperata da schiamazzi, urla e altri rumori ed episodi che li tengono svegli tutta la notte: «Ma bisogna anche ripensare alle zone in cui sono in vigore le ordinanze, non tutte sono teatro di disturbo della quiete. Noi capiamo perfettamente le esigenze di chi vive in centro storico, la maggior parte di noi abita nei vicoli - sottolinea Marina Porotto di Ascom - Sono quattro anni che chiediamo regole che assicurino la civile convivenza, ma questa ordinanza ha colpito indistintamente le attività e indebolito il tessuto commerciale della zona. Il che significa meno attività aperte, meno luci e vetrine e dunque zone deserte e favorevoli allo spaccio e ad altre attività illegali».

Nei primi 6 mesi di entrata in vigore delle ordinanze sono stati 14 i pubblici esercizi sanzionati, 31 i minimarket. In alcuni casi la sanzione è scattata per palese violazione, ma in altre, sottolineano i commercianti, si è trattato di uno sgarro di minuti, attività ancora aperte a 10 minuti dal limite previsto da Tursi: «Devono anche darci il tempo di sgomberare il locale. Se una persona entra all’una meno dieci, non possiamo servirla e poi cacciarla dopo 10 minuti - rincara la dose Pietro Avvenente di Fiepet Confesercenti - A oggi siamo costretti a mandare via i clienti di una delle zone più turistiche della città intorno a mezzanotte e mezza, con ricadute pesanti sull’attività».

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