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Cronaca Centro Storico / Via di Prè

Crolla il regno del "cartello" senegalese, tra pusher e riti propiziatori

La maxi operazione condotta dai carabinieri nel centro storico ha portato all'arresto di 38 persone e al sequestro di droga e contanti: i dettagli sull'inchiesta

Oltre 70 indagati e 38 misure di custodia cautelare in carcere, 50 perquisizioni domiciliari, 2,5 kg di cocaina e 35mila euro in contanti sequestrati: questi i numeri della maxi operazione condotta nella notte tra mercoledì e giovedì dai carabinieri in centro storico, un blitz che si è concentrato nella zona di Pré finalizzato a smantellare un vero e proprio "cartello" senegalese che aveva in mano gran parte della piazza di spaccio (principalmente di cocaina) della città vecchia. 

L'inchiesta, coordinata dalle procure di Genova e Torino, è partita diversi mesi fa e si è sviluppata attraverso migliaia di intercettazioni telefoniche e appostamenti, culminati con il blitz notturno cui hanno partecipato 200 militari del Comando Provinciale del colonnello Riccardo Sciuto. Il bilancio, come detto, è di 11 misure di custodia cautelare in carcere eseguite; gli altri indagati risultano al momento irreperibili dopo avere trovato rifugio all'estero, ma gli uomini del maggiore Comparato contano di riuscire a rintracciarli nel più breve tempo possibile.

Centro storico "blindato" per il blitz

Il blitz è scattato nel cuore della notte ed è proseguito sono all'alba, con i militari che hanno formato un cordone protettivo intorno agli appartamenti in cui hanno fatto irruzione. Motivi di sicurezza, tenuto conto del fatto che il cartello, strutturato a piramide a seconda dei compiti dei singoli, poteva contare su decine di appartamenti condivisi da più spacciatori. Un'organizzazione profondamente radicata sul territorio, i cui membri si rifornivano sia in patria sia da altre organizzazioni locali (soprattutto sudamericane) o di regioni vicine, attive su Torino e Aosta. La piazza di spaccio era principalmente il centro storico, anche se l’indagine si è allargata anche a Sampierdarena, Rivarolo e Cornigliano: gli inquirenti stimano che l’85% dello spaccio in queste zone fosse gestito proprio dal cartello senegalese.

Messaggi in codice e riti propiziatori

I cosiddetti "muletti", e cioè chi si occupava di far arrivare la droga, raggiungevano Genova da altre zone d'Italia, dalla Francia e dalla Spagna, trasportando la droga in ovuli, volti sempre nuovi che hanno ulteriormente complicato le indagini insieme con la barriera linguistica: 800 le pagine dell'ordinanza emessa dal gip, gran parte delle quali contenenti intercettazioni da tradurre meticolosamente per individuare traffici e collegamenti tra fornitori, pusher e clienti. I carabinieri sono però riusciti a decifrare il "codice" utilizzato dai membri dell'organizzazione, soprattutto in riferimento ai sempre più frequenti controlli di polizia in centro storico: la presenza di uomini i in divisa era segnalata ricorrendo alla parola "blu", quella di personale in borghese con "nudi".

Ma gli sforzi per evitare i controlli si spingevano anche oltre, con veri e propri “riti propiziatori” officiati da santoni con pesce, riso e acqua benedetta: «L’obiettivo era quello di rendersi “invisibili” alla polizia, cosa che non è evidentemente riuscita», è stato il commento del procuratore capo Francesco Cozzi, che ha ribadito «la costante attenzione verso il centro storico da parte della Procura e delle forze ordine. Lo scopo resta quello di stroncare il fenomeno dello spaccio, ormai abituale in centro storico, e sottrarre territorio, e dunque dominio, ai soggetti che sono dediti a questa attività. Non solo con i singoli arresti, che negli ultimi mesi sono stati molti, tanto che alcune persone colpite dalle misure cautelari già si trovavano in carcere, ma anche attraverso operazioni strutturate come queste».

La soddisfazione delle istituzioni

«Dall’enorme mole di intercettazioni abbiamo potuto intuire la portata dello spaccio di questa organizzazione - ha aggiunto il sostituto procuratore Emilio Gatti - Un’attività frequentissima, quasi frenetica, che vedeva i singoli pusher rifornire i clienti una dose alla volta, approfittando dei nascondigli che custodivano la droga per portare a termine decine di transazioni ogni notte».

Soddisfazione per la buona riuscita dell’operazione è stata espressa anche dal ministro della Difesa, Roberta Pinotti, che ha sottolineato come «i risultati ottenuti dai carabinieri di Genova questa mattina dimostrano ancora una volta quanto sia importante la presenza dei nostri carabinieri sul territorio».

Tutti gli arrestati devono rispondere, a vario titolo, di traffico internazionale di sostanza stupefacente e di detenzione e spaccio di sostanze.

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