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Cronaca Castelletto / Corso Firenze

Truffa da due milioni di euro, nel mezzo anche un ufficio postale

Un 25enne e un 62enne sono stati arrestati e condotti in carcere. Un terzo complice di 64 anni è finito ai domiciliari. Il primo dei tre si è fatto intestare 26 immobili per un valore intorno a due milioni di euro

Ieri i militari della stazione carabinieri di Castelletto hanno portato a termine la seconda operazione in un mese, conclusasi con la cattura dei responsabili di una truffa milionaria con circonvenzione di persone incapaci ai danni di anziani residenti nel quartiere, dopo quella dello scorso 21 ottobre, che aveva portato all'arresto in flagranza di una giovane tossicodipendente torinese.

La banda

L'operazione di ieri si è conclusa con l'esecuzione di tre ordinanze applicative di misure cautelari e in particolare due in carcere e una agli arresti domiciliari, nei confronti di tre cittadini italiani in ordine a vari reati fra cui circonvenzione di persona incapace in concorso, furto aggravato, falsità in atti in concorso e produzione e utilizzo di documenti di identificazione falsi.

La segnalazione partita dalla banca

Le indagini hanno preso il via dalla segnalazione di un istituto di credito cittadino. La notizia riguardava un giovane, poi identificato in R. R., 25enne gravato da precedenti di polizia, il quale aveva iniziato nel corso del 2016 ad accompagnare un facoltoso anziano correntista residente nel quartiere di Castelletto, classe 1932, presentandosi come suo consulente finanziario e iniziando a smobilitare investimenti per diverse centinaia di migliaia di euro, accennando vagamente che il denaro sarebbe stato reinvestito a sua cura in acquisizioni immobiliari per conto della vittima.

Il tentativo di vendere un ufficio postale

In seguito, l'anziano ha sporto querela nei confronti del 25enne per l'emissione di alcuni assegni, in favore della società intestata al giovane e a suoi conoscenti, tra cui sua madre, per importi ingenti, complessivamente ben oltre i trecentomila euro, in ordine ai quali la vittima ha disconosciuto sia la compilazione che la firma. In fase di querela l'anziano ha precisato di essere venuto a sapere da terzi che R. R. stava inoltre trattando la vendita dei muri di un ufficio postale cittadino, di proprietà dell'anziano, per una cifra superiore a quattrocentomila euro, trattativa di cui egli non era mai stato informato.

Nella circostanza l'anziano, accompagnato dal suo avvocato, è apparso ai militari talmente confuso e poco orientato, da convincerli ad avanzare alle autorità competenti richiesta di nomina di un amministratore di sostegno in via d'urgenza, poi concretizzatasi pochi giorni dopo.

I complici

Le attività di riscontro poste in essere nell'immediatezza, mediante l'analisi delle transazioni bancarie delle persone coinvolte, hanno portato all'identificazione di alcuni complici di R. R. a vario titolo attori del disegno criminoso che in definitiva aveva portato il giovane, nel corso di meno di un anno, tramite assegni, bonifici bancari e vendite immobiliari perfezionate con false procure disposte in suo favore da parte della vittima, ad appropriarsi di una cifra complessiva vicina al milione di euro.

Parte di quel denaro poi, per una somma superiore ai trecentomila euro, il giovane l'ha girata ai suoi complici, attraverso assegni circolari o bonifici su rapporti bancari facenti capo a essi stessi o a loro familiari. Il denaro così ottenuto in particolare da R. R. e S. M., impresari edili e immobiliaristi, è stato reimpiegato nelle rispettive attività per consentire il mantenimento e l'incremento del patrimonio immobiliare del primo, nonché l'avanzamento dei lavori in cantieri edili nel genovese gestiti dal secondo, a sua volta gravato da precedenti di polizia.

L'identificazione dei truffatori

Sono state dunque messe in atto specifiche attività tecniche di intercettazioni telefoniche e ambientali, nonché mirati servizi di osservazione, controllo e pedinamento, tesi a identificare con certezza i truffatori, anche per via della complicazione che due di loro usavano esclusivamente soprannomi, parlando fra loro al telefono.

I pedinamenti hanno consentito di accertare alcuni incontri fra i tre complici, nonché appuntamenti presso studi notarili cittadini. La manovra, nell'immediato, ha consentito di scongiurare la vendita dei muri dell'ufficio postale di cui sopra, giunta ormai alla fase della definizione contrattuale.

Contemporaneamente perquisizioni locali e sequestri di documentazione presso due studi notarili cittadini emersi dalle indagini hanno consentito di risalire a numerosi atti pubblici generati dagli indagati, fra cui due procure speciali palesemente false, poiché disposte utilizzando la carta d'identità sottratta all'anziana vittima, con apposta la foto di G. G., con vari precedenti di polizia, il quale presso lo studio notarile si è spacciato per l'anziano, conferendo procura speciale a vendere al 25enne, inducendo in errore il notaio.

È stata inoltre rinvenuta una procura speciale risalente al 2016 che la moglie dell'anziano, inferma e costretta sulla sedia a rotelle, aveva concesso al marito, redatta presso l'abitazione della coppia da uno dei due notai di cui sopra, con testimoni proprio R. R. e S. M. e che ha permesso di fatto al primo, in quanto a sua volta procuratore speciale dell'anziano, di gestire autonomamente il patrimonio dei due coniugi.

Avuta dunque la certezza dell'esistenza di un disegno criminoso mirato a prosciugare il patrimonio della vittima, mediante la sua circonvenzione, i militari hanno quantificato il patrimonio immobiliare di R. R., il quale era giunto a essere proprietario di ventisei immobili tra Genova e Alessandria. Gli stessi, per un valore stimato di circa due milioni di euro, sono stati posti sotto sequestro preventivo.

Gli ulteriori riscontri ottenuti dalle attività tecniche e dalle sommarie informazioni rese da persone informate sui fatti, a vario titolo coinvolte, hanno confermato il coinvolgimento nella vicenda, fin dalle prime fasi, di S. M. e G. G. e l'avvenuta vendita di un immobile di proprietà dell'anziano, alla cifra di ottantamila euro tramite l'esercizio di una delle due procure speciali false rinvenute presso lo studio notarile.

I consigli dell'Arma

I carabinieri ribadiscono la necessità di diffidare di qualunque persona sconosciuta si avvicini e proponga a persone anziane aiuti o consulenze apparentemente disinteressate, evitando di fornire i propri dati personali, quali numeri di telefono, indirizzi e dati anagrafici, contattando immediatamente il numero di pronto intervento 112 in caso di eccessive insistenze, e raccomandando che questi episodi vengano prontamente discussi in famiglia, presso luoghi di aggregazione quali circoli ricreativi o parrocchie, e presso le stazioni carabinieri o gli altri uffici di polizia dislocati nel territorio, per consentire un rapido intervento delle forze dell'ordine per la valutazione e l'approfondimento delle singole situazioni di potenziale pericolo. Il risultato di tale attività di sensibilizzazione è testimoniato dal punto di vista statistico visto che i reati ai danni delle persone anziane, in particolare le truffe, hanno registrato negli ultimi anni un notevole decremento: dai 380 del 2015 nella Provincia di Genova a 151 nel 2017 nella stessa area. Stessa situazione per il comune di Genova, passato da 280 nel 2015 alle 106 di quest'anno.

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