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Cronaca Centro Storico / Piazza San Lorenzo

San Lorenzo, presidio contro la riapertura della centrale a carbone

Associazioni ambientaliste e cittadini si sono dati appuntamento davanti alla cattedrale per protestare contro la ripresa temporanea dell'attività dell'impianto, stabilita per andare incontro a una richiesta da parte della Francia

No alla riapertura della centrale a carbone nel porto di Genova: questo lo slogan del comitato spontaneo Cittadini contro il Carbone, formato dai membri delle «principali associazioni ambientaliste e gli attivisti nonviolenti per i diritto alla salute di Genova», che nel pomeriggio di lunedì si sono riuniti in piazza San Lorenzo per informare i cittadini sui rischi legati alla ripresa dell’attività dell’impianto Enel.

FOTO | «No al carbone», in San Lorenzo il presidio contro la centrale Enel

L’appuntamento era per le 17 davanti alla cattedrale, dove i manifestanti, compresa Legambiente, hanno estratto striscioni e consegnato volantini ai passanti per sensibilizzare i genovesi sulle conseguenze che la riapertura della centrale, fermata ufficialmente lo scorso 13 agosto, avrebbe sulla loro salute: «Anche temporanea, porterebbe in città e ben oltre i suoi confini esalazioni micidiali di particolato primario e secondario, polveri sottili cancerogene per l’organismo - spiega Roberto Malini - Il rialzo del tasso di inquinamento aumenterebbe i casi di tumori, leucemia, asma, patologie respiratorie e vascolari. Senza tenere conto dei danni all’’ambiente, al patrimonio artistico e alle eccellenze agricole locali. Depositandosi a terra, le polveri tossiche permarrebbero per tanti anni e ce le ritroveremmo nell’’acqua e negli ortaggi».

VIDEO | In San Lorenzo il "no" alla riapertura della centrale a carbone

Quella di oggi è l’ennesima manifestazione organizzata dalle associazioni ambientaliste dopo l’annuncio di una ripresa temporanea delle attività della centrale a carbone, richiesta avanzata dalla Francia (e già accettata, come confermato in consiglio Comunale dall'assessore all'Ambiente, Italo Porcile) per far fronte a una necessità di approvvigionamento energetico dopo la dismissione di alcune centrali nucleari per manutenzione. Lo scorso sabato gli ambientalisti avevano tentato un blitz in porto in concomitanza con l’arrivo delle circa 3mila tonnellate di carbone trasportate dalla nave Sider Tis, ma erano stati bloccati dalle forze dell’ordine prima ancora di riuscire ad appendere gli striscioni.

«Chiediamo all’azienda di annunciare la chiusura immediata, e al Ministero dello Sviluppo Economico di ritirare questa richiesta di apertura d’emergenza della centrale - ha commentato Malini - Abbiamo avuto diverse risposte dopo le nostre proteste, la più recente quella di un parlamentare europeo che intende presentare un’interrogazione a livello europeo. Non abbasseremo la guardia sinché questo pericolo, questo orrore che incombe su Genova non sarà definitivamente debellato, e la vecchia centrale verrà destinata a tutt’altro uso».

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