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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Caldo da bollino giallo a Genova. Ma «nessuna emergenza»

Gli ospedali cittadini sono corsi ai ripari per far fronte all'ondata di afa che ha colpito l'Italia. Capoluogo ligure in parte risparmiato, ma il piano è già scattato

«La situazione è sotto controllo, anche se siamo comunque preparati a gestire eventuali emergenze»: a parlare è Paolo Moscatelli, direttore del reparto Medicina d’Urgenza dell’ospedale San Martino, che nei giorni scorsi è corso ai ripari, insieme con Regione e Asl 3, per far fronte all’ondata di caldo che ha colpito l’Italia.

Accessi aumentati, ma nessuna emergenza

L’afa estiva, in realtà, sembra avere risparmiato - almeno in parte - Genova: se in altre città italiane il termometro è arrivato a superare i 40 gradi, quello del capoluogo ligure è rimasto sotto i 35, anche se l’umidità ha contribuito ad aumentarne la percezione. Il cosiddetto “bollino giallo”, il livello base di allerta, è scattato per le giornate di martedì e mercoledì, ma le temperature dovrebbero restare alte per tutta la settimana, e i singoli ospedali hanno già dovuto far fronte a qualche malore dovuto al caldo, San Martino e Galliera in primis.

Caldo e afa, i consigli dell'esperto

Consigli e provvedimenti

«Principalmente si tratta di giovani che si sono esposti troppo al sole e non hanno bevuto a sufficienza, qualche colpo di sole e qualche colpo di calore». Proprio l’acqua è una delle risorse fondamentali per far fronte all’afa: le scorte al San Martino sono state reintegrate e potenziate, non soltanto per chi arriva al pronto soccorso per un malessere, ma anche per i parenti che dovessero ritrovarsi ad attendere i propri cari in sala d’aspetto e potrebbero avere bisogno di refrigerio.

«In concomitanza con quanto stabilito a livello regionale, anche in ospedale ci assicuriamo che pazienti e visitatori non soffrano di disidratazione. Particolare attenzione dedichiamo alle persone anziane, che spesso non sentono lo stimolo della sete: è importante che bevano almeno un litro e mezzo di acqua al giorno - insiste Moscatelli - La disidratazione è una delle principali cause dei colpi di calore, ed è fondamentale anche informare i pazienti che vengono dimessi affinché anche una volta a casa continuino a prendere le dovute precauzioni».

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