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Caccia con arco e frecce, ok dalla Regione: insorgono gli animalisti

Tra le novità anche l'introduzione della caccia di selezione al cervo e al muflone e l'estensione dei periodi di caccia al daino e al cinghiale; quest'ultimo si potrà cacciare tutto l'anno 

Via libera alla caccia con arco e frecce. Il consiglio regionale della Liguria ha approvato un pacchetto di emendamenti, a prima firma del presidente della commissione Attività produttive Alessio Piana, che prevedono adeguamenti a disposizioni normative nazionali e di Ispra relativamente all’esercizio dell’attività venatoria. Viene quindi inserito l'arco come "strumento venatorio per la caccia di selezione" spiegando che "l'arco è previsto dalla legge quadro nazionale e in molte leggi regionali italiane". Tra le altre cose sono previste anche l'introduzione della caccia di selezione al cervo e al muflone e l'estensione dei periodi di caccia al daino e al cinghiale. Quest'ultimo si potrà cacciare tutto l'anno. 

Le novità non sono piaciute a Gaia Animali & Ambiente e Animalisti Genovesi: "Ulteriore vergogna - si legge in una nota - di una giunta espressione della parte più retriva del mondo venatorio che chiede, e ottiene, di poter cacciare ogni specie. Con l’emendamento vengono inseriti il cervo e il muflone, presenti in poche decine di capi in aree limitate e non invasivi, quindi senza nemmeno eventuali giustificazioni di eccessiva presenza sul territorio".

"Il via libera all’uso di arco e frecce, seppur previsto come possibilità dalla norma nazionale, - affermano gli animalisti - è un esercizio di pura crudeltà in quando l’animale colpito dalla freccia non muore sul colpo ma ha una lenta e dolorosa agonia: muore per dissanguamento o perché colpito da altre frecce. Una barbarie legalizzata di cui i consiglieri regionali che hanno votato l’emendamento saranno responsabili".

"L’allungamento dei periodi di caccia a caprioli e daini, anche ai cuccioli, e l’estensione a tutto l’anno dell’uccisione del cinghiale - concludono Gaia Animali & Ambiente e Animalisti Genovesi - comporta problemi di sicurezza per chi frequenta le campagne e mal si concilia con la diffusione della peste suina: più aumenta la frequentazione dei boschi da parte dei cacciatori selettori, che potranno anche spostarsi tra territori diversi nelle zone dove sono presenti gli ungulati, più facile sarà la diffusione del virus. Chiederemo rigorosi controlli sulle norme sulla biosicurezza agli organi competenti in materia sanitaria, sia per la stagione venatoria sia per la caccia di selezione, che prevedono precisi adempimenti igienico-sanitari per ogni singolo cacciatore, per i cani e per i mezzi di trasporto, nonché sul corretto smaltimento dei cadaveri".

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