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Crollo Morandi, Bucci: «Tutto quello che manca nel 'Decreto Genova'»

Il sindaco Marco Bucci ha elencato in Consiglio comunale i vari temi del cosiddetto 'Decreto Genova', evidenziando la differenza fra quanto chiesto e quello che è stato concesso

Genova comincia a essere stufa di aspettare. All'ordine del giorno del Consiglio comunale di martedì 2 ottobre c'era il 'Decreto Genova', con il quale il Governo intende adottare misure per la città per superare l'emergenza, venutasi a creare dopo il 14 agosto, giorno del crollo di ponte Morandi, che ha causato 43 vittime. Il sindaco Marco Bucci ha illustrato all'aula le criticità che sono state riscontrate dall'Amministrazione nel 'Decreto Genova' e che saranno oggetto del prossimo incontro a Roma con il Governo, già fissato per la prossima settimana. «Vi aggiorno su cosa è stato recepito nel decreto rispetto a quanto richiesto da me, evidenziando, in particolare, ciò che non è stato previsto», ha esordito Bucci.

I gruppi consiliari hanno presentato 41 ordini del giorno al 'Decreto Genova', che sono stati tutti approvati. Nel corso del dibattito, la consigliera Lodi (Partito Democratico) ha esortato il sindaco a tornare a farsi sentire. «Signor sindaco io non la riconosco più. Lei è arrivato in questa città gridando, imponendoci la sua linea. Bisogna ricominciare a gridare».

Quelle che seguono sono le precisazioni fornite dal sindaco sui vari temi.

Commissario

«La nostra richiesta era stata che fosse esplicitato che potesse agire completamente in deroga al codice degli appalti. Invece nel decreto è scritto che i lavori devono essere affidati in seguito a evidenza pubblica: questo, secondo noi, è un problema enorme, perché allunga i tempi della ricostruzione».

Trasporto pubblico

«Tutto quanto abbiamo chiesto ci è stato concesso. In totale sono previsti 22 milioni - provengono da una legge che prevedeva una addizionale sui trasporti limitatamente alle Regioni Autonome - e saranno così ripartiti: 8 milioni all'Amt per tutto il 2019 e 2 milioni nel 2018, già stanziati nel decreto emergenza. 2 milioni all'Atp e il resto, circa 12 milioni, a Trenitalia per l'integrazione dei suoi servizi nelle aree colpite dal crollo del ponte Morandi. Sono previsti 20 milioni per investimenti in nuovi autobus che saranno, per la maggior parte, destinati ad Amt. Di questi soldi una percentuale, variabile dal 15 al 20 per cento, dobbiamo ancora stabilirla, è per nuovi mezzi di Atp. Nel decreto c'è la deroga alla Legge Madia per poter procedere alle assunzioni, ma hanno indicato solo polizia Locale e personale amministrativo - comprende anche ingegneri e tecnici, ma non gli autisti. È essenziale che vengano inseriti, perché dobbiamo assolutamente procedere alle assunzioni in Amt per far fronte alla maggior domanda».

Autotrasportatori

«Sono stati stanziati 5 milioni: noi avevamo chiesto una cifra maggiore di 20 volte. Occorre venga assolutamente integrata».

Pris

«Manca nel decreto qualsiasi riferimento al Pris (Programmi Regionali di Intervento Strategico) e prevede che i rimborsi vengano da un ente terzo: da chi fa le opere per danno o perché sono nuove. Nel decreto deve essere scritto chi è il responsabile dei pagamenti del Pris».

Imprese

«Nel decreto è stato previsto un tetto di 5.200.000 euro, per il 2018. Per il 2019 non c'è alcuna indicazione: noi avevamo chiesto che venissero stanziati 50 milioni di euro, senza alcun tetto. Ricordiamo che nella zona rossa vi è Ansaldo Energia».

Imprese situate nella zona franca urbana

«Verrà individuata dal Commissario alla ricostruzione insieme agli enti locali, è stata indicata una soglia di partecipazione pari al 25% della riduzione del bene: non la riteniamo gusta, perché tutti devono essere rimborsati, magari con somme a scalare parametrate al danno, ma senza prevedere una percentuale di esclusione. E anche la somma totale, 20 milioni, va rivista. Chiederemo che vengano inseriti anche i Comuni limitrofi della Valpolcevera. Inoltre, le imprese inserite nella zona franca urbana non avranno rimborsi ma esenzioni. Stiamo valutando la maggior convenienza. Nel decreto è, però stato inserito, l'esenzione delle tasse per tutte le nuove attività che apriranno fino al 31 dicembre 2019 e per quattro anni».

Zona logistica semplificata

«Nel decreto, oggi, non c'è nessuna indicazione: quindi dovremo tornare al tavolo di contrattazione».

Porto

«Abbiamo chiesto circa 90 milioni, ne sono stanziati 30 e provengono dal riparto nazionale: non va bene, in quanto altri porti si ritroveranno in difficoltà: l'emergenza si risolve spostando i soldi, ma creando nuove risorse».

Cassa integrazione in deroga

«Non è stata prevista la Cassa integrazione in deroga, ma solo per chi cessa l'attività. Questo è un altro punto che va inserito».

Altre mancanze

«Non sono incluse nel decreto, ma cercheremo di farle inserire perché le riteniamo fondamentale: la sdemanializzazione della fascia di rispetto di Pra', perché ritorni di proprietà del Comune di Genova; l'inizio dei lavori del Pums (Piano urbano della mobilità sostenibile) e chiederemo 5 milioni per la progettazione delle metropolitane di superficie; la deroga del codice degli appalti per l'estensione del tratto metropolitano da Brin fino a Rivarolo: abbiamo chiesto all’Anac se, visto che era stata Ansaldo Sts a costruire tutto, potevamo continuare con questa azienda. La deroga serve per iniziare subito a lavorare sull'estensione della metropolitana senza dover fare una nuova gara, con un risparmio di circa un anno e mezzo sull'inizio dei lavori».

Terzo Valico

«Abbiamo chiesto la deroga alle gare per il completamento del Terzo Valico: in modo da sostenere le ditte già impegnate nei lavori ed evitare che vadano in amministrazione controllata. In questo decreto qualcosa c'è, ma la settimana prossima tornerò a Roma: dobbiamo ottenere il 100 per cento di quello che abbiamo chiesto, perché ci serve ci serve tutto, non una cosa di meno. Per questo continueremo a negoziare. Non possiamo arrenderci, lo dico come Sindaco, perché Genova ha bisogno di questi interventi. E come Sindaco non ho assolutamente apprezzato alcune uscite sui quotidiani, che riportavano espressioni pessimistiche sul futuro di Genova, Ecco, voglio dire che non siamo una città in ginocchio, basta piangersi addosso, lavoriamo tutti insieme perché andiamo avanti solo con forza e coraggio: questa tragedia non deve interrompere il percorso intrapreso per Genova e questo percorso deve essere sostenuto dal Consiglio comunale».

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