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Cronaca Sestri Ponente / Via Borzoli

Raid punitivo con mazze e pistola a Borzoli, arrestate 3 persone

I fatti risalgono al settembre del 2017, quando un gruppetto di uomini aveva assalito il titolare di un autosalone e un cliente che aveva cercato di difenderlo

Si conclude con l’arresto di tre persone l’inchiesta sulla violenta aggressione a colpi di mazza da baseball che si è consumata nel settembre del 2017 davanti a un autosalone in via Borzoli, nel ponente genovese, in cui erano rimasti feriti il titolare e un cliente, un cittadino colombiano di 40 anni che si era intromesso per cercare di difenderlo.

Spedizione punitiva per un debito non pagato

In manette sono finiti tre pregiudicati, un 40enne originario di Sassari, un 20enne genovese e un 31enne di origini albanesi, accusati di estorsione e lesioni gravissime. Stando a quanto ricostruito dagli agenti della Squadra Mobile del dirigente Marco Calì, coordinati dai pubblici ministeri Federico Manotti e Giovanni Longo, i tre avevano infatti organizzato una vera e propria spedizione punitiva ai danni del titolare dell’autosalone per un debito contratto e non pagato.

Per gli inquirenti, il terzetto era “deciso ad affermare la superiorità in ambito cittadino ed elevare la caratura criminale”, e non aveva alcuna remora a ricorrere alla violenza: il pestaggio si era consumato in pieno giorno, sotto gli occhi allibiti e terrorizzati di alcuni passanti e residenti che avevano immediatamente segnalato il fatto alle forze dell’ordine, assistendo anche alla fuga spericolata a bordo di un’auto degli aggressori. 

Al loro arrivo, gli agenti della questura avevano trovato il titolare dell’autosalone e il cliente feriti, avevano immediatamente chiamato un’ambulanza e avviato le ricerche. Che si erano subito concentrate su un italiano e due stranieri, probabilmente originari dell’Est, come raccontato da diversi testimoni. A complicare le indagini, però, erano state le stesse vittime, restie a fornire maggiori particolari su quanto accaduto, forse timorose di eventuali rappresaglie.

Pistole e altre armi da fuoco destinate al mercato clandestino

Nel corso dell’inchiesta era inoltre emerso come gli aggressori avessero a disposizione armi da fuoco, una delle quali, una pistola, era stata estratta proprio nel corso della spedizione punitiva, senza tuttavia essere utilizzata. Le armi provenivano dai contatti che il 40enne italiano avrebbe in ambienti criminali, e venivano di volta in volta immesse sul mercato clandestino, e proprio una delle armi avrebbe portato gli investigatori sulle tracce della banda quando uno dei tre si sarebbe rivolto a un complice al culmine di un litigio con la compagna ritirando una pistola per utilizzarla proprio per usarla contro la donna. Gli agenti della Mobile, che da tempo lo tenevano sotto controllo, avevano subito fatto scattare l’arresto, trovandogli addosso una semiautomatica rubata già con il colpo in canna.

Nei giorni scorsi sono state dunque eseguite le misure di custodia cautelare in carcere ai danni dei tre uomini. Nel corso dell’operazione è stato perquisita l’abitazione in zona Celesia e il magazzino di Cornigliano dell’uomo che aveva fornito la pistola a uno degli arrestati, un 43enne italiano, alla ricerca di altre armi clandestine.

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