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Cronaca

«Bestie straniere», Toti e il commentatore denunciati per istigazione al razzismo

L'esposto in Procura è stato depositato da Aleksandra Matikj a nome del "Comitato per gli immigrati e contro ogni forma di discriminazione"

Ancora una volta, Facebook si trasforma in un’arma a doppio taglio per politici e istituzioni che spesso lo utilizzano per condividere opinioni e punti di vista: dopo il commento in risposta a un utente che aveva parlato di “bestie straniere”, postato sulla sua pagina ufficiale, Giovanni Toti è stato segnalato alla Procura per istigazione al razzismo.

A depositare l’esposto, lo scorso 6 giugno, è stata Aleksandra Matikj, presidentessa del "Comitato per gli immigrati e contro ogni forma di discriminazione", che ha denunciato per lo stesso motivo (reati di cui agli articoli 3 D. L.vo 122/1993, art.1 della legge 205 del 1993, 595, 612, 594 c.p) anche la redazione di “Vox News”, che «avrebbe diffuso notizie false per mettere in cattiva luce gli immigrati», e l’utente da cui è partita la definizione.

«In famiglia ci siamo sentiti molto male, feriti e tremendamente offesi, sentendo pubblicamente le offese diffamatorie contro noi stranieri, ci definivano bestie -  si legge in una nota del Comitato - No, non possiamo assolutamente perdonare. Anche diversi nostri amici migranti si sono sentiti molto addolorati per tali insulti pubblici e gratuiti, postati tranquillamente su pagina Facebook del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti dove però si erano già verificati dei precedenti simili, quando lo stesso presidente ha condiviso come favorevole la decisione dell’ordinanza del sindaco di Alassio, Enzo Canepa, successivamente condannato per la tale per razzismo».

Il caso, lo ricordiamo, è scoppiato lo scorso 31 maggio, quando sulla pagina Facebook ufficiale di Giovanni Toti uno dei suoi follower ha chiesto «ma quando li rimpatriamo quelle bestie straniere!?!». La replica del presidente della Regione, postata con il suo profilo ufficiale, era stata: «Appena andiamo al governo. Purtroppo la Regione non può far nulla in questo campo. Dipende tutto dal ministro degli Interni a Roma».

Uno scivolone prontamente cancellato, che aveva innescato una lunga polemica a mezzo social: «La volontà di fare polemica ad ogni costo annebbia la lucidità di qualcuno - aveva replicato e spiegato Toti - Io non ho MAI usato espressioni come “bestie” riferite in generale agli stranieri. Nel rispondere mi sono riferito a persone responsabili di reati particolarmente gravi. Il senso era chiarire che, in ogni caso, le competenze in materia sono governative non regionali. Diffido chiunque dall’utilizzare mezzucci di questo genere per cercare di nascondere il fallimento della politica di sinistra a Genova degli ultimi decenni».

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