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Cronaca

Crollo Morandi: 'melina' di Autostrade in commissione d'inchiesta, la società nega

«Gravi errori, accuse infondate e conclusioni pregiudiziali nella relazione della Commissione. La società ha sempre garantito massima trasparenza e piena collaborazione», fanno sapere da Autostrade

Autostrade si difende dalle accuse rivoltele dalle pagine di Repubblica. Il quotidiano ha descritto un comportamento poco collaborativo da parte della società durante le audizioni della Commissione di inchiesta del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sul crollo di ponte Morandi, ribaltando le responsabilità su non meglio precisati «tecnici».

«Autostrade per l'Italia - si legge in una nota - esprime sconcerto e sorpresa per quanto riportato, avendo offerto fin dai momenti successivi alla tragedia la più ampia, trasparente e convinta collaborazione ad istituzioni ed autorità competenti. Va premesso che i verbali delle audizioni della Commissione ministeriale - che secondo quanto dichiarato dal presidente della Commissione dovevano essere inviati agli interessati entro una settimana  a oltre un mese di distanza non sono stati ancora consegnati agli stessi, così come le registrazioni. Stupisce che siano stati resi disponibili prima alla stampa».

«Va inoltre premesso - prosegue la nota - che l'oggetto della audizione, sulla base della richiesta di convocazione, erano la delibera del Consiglio d'Amministrazione della società che aveva approvato l'intervento di retrofitting e le analisi sismiche completate o in corso di predisposizione sui viadotti con luce superiore ai 30 metri. L'Amministratore delegato e il Direttore Centrale Operations, auditi dalla Commissione, hanno fornito spiegazioni sui due punti oggetto di approfondimento. Ma l'audizione è quasi immediatamente virata verso una serie di domande relative alle cause dell'evento, a temi tecnici e ad altri aspetti di dettaglio, rispetto ai quali i dirigenti hanno chiarito di non avere elementi di dettaglio, sui quali peraltro pende come noto un'indagine da parte della magistratura. Su questi temi l'amministratore delegato ha chiesto che fosse formulata una lista di dettaglio delle domande, cui poter fornire puntuale riscontro da parte delle strutture tecniche della società. Tale richiesta non è mai pervenuta alla società».

«Una considerazione finale - conclude la nota -. La procedura impostata da parte della Commissione è al di fuori di ogni regola: interrogatori senza verbale che vengono diffusi, modifica degli argomenti rispetto a quelli previsti dalla convocazione. Ma ancora più grave è la natura pregiudiziale delle conclusioni. Appena 9 giorni dopo la sua piena costituzione, la Commissione è giunta a suo dire non solo a identificare le cause probabili del crollo, ma anche a escludere qualsiasi responsabilità di chi ha contribuito alla elaborazione e approvazione del progetto di retrofitting. Una precocità di conclusioni che è stata censurata pubblicamente anche dalla Procura di Genova».

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