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Scolmatore Bisagno indispensabile per evitare nuove alluvioni

Bisagno: mai più è il dossier di Italia Nostra con i dati reali sul torrente Bisagno e sugli interventi necessari a mitigarne i rischi di piena

Quali interventi saranno necessari nei prossimi anni per frenare l'impatto devastante delle alluvioni provocate in una larga parte della città di Genova dal torrente Bisagno, che si sono susseguite negli ultimi anni fino a quella dello scorso 9 ottobre, e che potrebbero tormentare ancora la nostra città?

Italia Nostra Genova ferma la 'alluvione' di informazioni contraddittorie su questo tema e presenta i dati reali, indicando anche le soluzioni più idonee e più urgenti, con un dossier che è stato reso pubblico in un incontro tenutosi a palazzo Ducale: il dossier, introdotto dal presidente della sezione Alberto Beniscelli, è stato illustrato da Andrea Bignone e Giuseppe Fornari di Italia Nostra, dal professore Renzo Rosso del Politecnico di Milano e dal geologo Pietro Maifredi. Hanno partecipato all'incontro pubblico anche Giovanni Spalla, architetto urbanista, Giorgio Roth del'Università di Genova, Fabrizio Spiniello degli Amici di Ponte Carrega e Giordano Bruschi del Circolo Sertoli di Molassana.

Il dossier prende le mosse dalla constatazione che ancora una volta, lo scorso 9 ottobre, il Bisagno è straripato in seguito a una violenta precipitazione, e ha seminato distruzione in una vasta parte della città di Genova, causando danni ingenti, terrore e anche una vittima.

Non si contano più nel tempo le alluvioni prodotte dall'esondazione di questo torrente. È quindi arrivato il momento di trovare una soluzione definitiva.

Italia Nostra non intende intervenire né sulle responsabilità storiche dell'attuale situazione di dissesto idrogeologico dell'intera città di Genova e in particolare della valle del Bisagno, né sull'inerzia o insufficiente efficacia dell'azione dei vari soggetti pubblici competenti in materia di cura del territorio e prevenzione di eventi alluvionali e neppure sul palleggio di responsabilità fra enti seguito al disastro del 9 ottobre, tutti elementi che pure meriterebbero di essere chiariti.

Italia Nostra intende invece, prendendo la situazione attuale come un dato di fatto, raccogliere in modo organizzato i dati e le informazioni disponibili su questo tema, con l'intento di chiarire alcuni aspetti e indicare alcune soluzioni che ritiene indispensabili per ricondurre entro limiti accettabili i gravi rischi che attualmente corre una parte troppo consistente dei cittadini genovesi.

RISCHI PIENE BISAGNO, SCARICA IL DOSSIER COMPLETO

In sintesi, Italia Nostra ha osservato che:

1) le portate di piena del torrente, (alluvioni del 1970, 1993, 2011 e 2014) hanno superato tutte il valore della portata che poteva essere smaltita dall'attuale copertura del Bisagno al suo ingresso a Brignole;

2) l'alluvione del 1970, la più grave, ha portato non solo a innalzare il valore della portata di piena associata a un tempo di ritorno duecentennale, ma anche le modalità stesse con le quali valutare per il futuro i rischi di piena, passando da un approccio deterministico a uno statistico;

3) con questo approccio, anziché di 'messa in sicurezza' ad esempio del Bisagno, sarebbe più corretto parlare di 'riduzione dei rischi a un livello accettabile', per una solida 'cultura del rischio';

4) i rischi in corrispondenza degli eventi con portata duecentennale devono presentare danni stimabili come trascurabili, anche se non nulli. Ne consegue che il valore della portata di piena che eccede quella accettata dalla copertura del Bisagno da Brignole alla Foce deve essere in qualche modo smaltita diversamente. Ad esempio attraverso uno scolmatore situato a monte;

5) l'intervento di mitigazione dei rischi scelto nel 2007 (37 anni dopo l'alluvione del 1970), consisteva in un'opera strutturale unica denominata 'scolmatore del Bisagno',con presa alla Sciorba e sbocco in corso Italia, e allacciamenti intermedi ai rii Fereggiano, Rovare e Noce;

6) dopo l'alluvione del 2011, sia per l'estrema difficoltà a reperire i finanziamenti complessivamente necessari, sia per l'evidente necessità di dare una risposta urgente a seguito delle devastazioni del Fereggiano, nel 2013 è stato modificato il progetto iniziale, proponendo due canali paralleli distinti, denominati rispettivamente 'scolmatore del Fereggiano' e 'scolmatore del Bisagno', suddividendo così l'opera in due distinti lotti funzionali, anche come tempi di realizzazione;

7) entrambi i progetti di scolmatore, quello del 2007 e quello del 21013, sono stati sottoposti in fasi successive al parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici (CSLP), ottenendo il primo un parere, favorevole, nel 2008 e il secondo un parere, favorevole con rilevanti osservazioni, nel dicembre 2013. Si evidenzia inoltre un fatto molto preoccupante: nel nuovo PUC del Comune di Genova viene menzionato solo lo scolmatore del Fereggiano, mentre quello del Bisagno viene ignorato completamente;

8) dalle informazioni disponibili non è ben chiaro se, nei due casi, le soluzioni presentano prestazioni complessivamente equivalenti: questo rappresenta un elemento di scelta determinante per un'opera che avrà tempi di realizzazione assai lunghi, oltre 10 anni, e che dovrà essere efficace per molti decenni a venire;

9) l'esame della sequenza degli eventi alluvionali del Bisagno sembra dimostrare che frequenza e impulsività dei fenomeni estremi stanno crescendo negli ultimi decenni. Se, come appare oggi evidente, l'origine di tutto ciò sono i cambiamenti climatici già in atto in particolare nel Mediterraneo, per il futuro c'è da aspettarsi comunque un inasprimento di questi fenomeni, non certo la loro stazionarietà;

10) tenendo conto dell'importanza fondamentale dello scolmatore del Bisagno ai fini della riduzione dei rischi del bacino del torrente, esso deve assolutamente essere dimensionato correttamente e con margini adeguati: la lungimiranza è quindi una necessità, non un optional;

11) Italia Nostra non ha potuto approfondire a sufficienza gli interventi strutturali di protezione del territorio, pur importantissimi, considerata la reale situazione degli affluenti del Bisagno. Ciò vale anche per gli interventi di prevenzione dei rischi, aspetto anch'esso assai critico. Sarà necessario dedicare a questi due temi un'analisi accurata nei tempi più brevi;

12) si ritiene indispensabile un intervento immediato atto a evitare di aggiungere nuovi insediamenti (centri commerciali e residenziali, box ecc.) che possano peggiorare la situazione attuale non solo in tutte le aree esondabili, ma, più in generale, in tutto un territorio che ha raggiunto e superato il limite di accettabilità dal punto di vista dei rischi alluvionali.

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