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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Albaro / Piazza Tommaseo

«I membri di Casa Pound ci hanno aggrediti a coltellate»: la denuncia di Genova Antifascista. La replica: «Non è vero»

Lo scontro nella zona di piazza Tommaseo, dove gli antifascisti si erano recati per affiggere alcuni manifesti. Sul fatto indaga la Digos. La replica di Casa Pound

«Nella tarda serata di venerdì 12 gennaio un gruppo di antifascisti e antifasciste, intenti ad affiggere manifesti nella zona di piazza Tommaseo, è stato improvvisamente aggredito da circa trenta fascisti militanti appartenenti a Casa Pound, usciti dalla loro sede di via Montevideo»: a denunciare il fatto sui social e tramite un comunicato stampa è il gruppo "Genova Antifascista", promotore del corteo previsto per il prossimo 3 febbraio.

I fatti

Secondo la ricostruzione del gruppo, gli aggressori avrebbero brandito bottiglie, cinghie e coltelli: nel breve scontro, una persona appartenente al gruppo antifascista sarebbe stata circondata e colpita due volte con un coltello alla schiena.

Dell'episodio sono state informate anche le forze dell'ordine e la Digos, che al momento non è in grado di confermare l'episodio, indaga analizzando anche le immagini delle telecamere.

La solidarietà dell'Anpi

È arrivata anche la solidarietà dell'Anpi di Genova nei confronti di chi avrebbe subito l'aggressione: «Questo atto vigliacco accresce il livello di preoccupazione per una serie di episodi accaduti nella nostra città con protagonisti gruppi neofascisti. Il fenomeno assume particolare gravità considerando lo sdoganamento e la conseguente legittimazione da parte di forze politiche presenti in parlamento e soprattutto in maggioranze che governano alcune città e regioni italiane».

Continua l'Anpi: «La risposta a questo tipo di deriva non può limitarsi alla semplice denuncia, è necessario mettere in campo una serie di iniziative in accordo con le leggi vigenti (Scelba e Mancino). Esortiamo le autorità competenti a vietare nelle competizioni elettorali la presentazione di liste direttamente o indirettamente legate a organizzazioni che si richiamino al fascismo o al nazismo, come previsto dai regolamenti e a proibire nei Comuni e nelle Regioni iniziative promosse da tali organismi, comunque camuffati, prendendo esempio dalle buone pratiche di diverse Istituzioni locali. Nel contempo va condotta una solida battaglia culturale per una riaffermazione dei valori dell’antifascismo con particolare riferimento al valore della solidarietà e dei diritti civili».

Una mozione per interdire spazi pubblici alle formazioni neo fasciste

Per le ragioni sopra esposte, l'Anpi ha «aderito all’appello “Mai Più Fascismi” insieme a Sindacati, Associazioni e Soggetti Politici». Non solo: l'Anpi Genova sottolinea come martedì 16 gennaio sosterrà in Consiglio Comunale la mozione atta ad interdire spazi pubblici alle formazioni neo fasciste.

La mozione è presentata dai consiglieri comunali del Pd e lista Crivello, e si prevede che gli spazi pubblici non vengano concessi a coloro che «non garantiscano di rispettare i valori sanciti dalla Costituizione, professando e/o praticando comportamenti fascisti, razzisti, omofobi, transfobici e sessisti». Via libera, invece, a «iniziative culutrali affinché sia mantenuta la memoria storica». 

Le reazioni della politica

Sono tante le forze politiche a commentare l'accaduto: «Nel condannare ogni tipo di violenza che cerchi di sostituirsi al confronto politico democratico, esprimiamo profonda preoccupazione per il verificarsi di episodi come questo - commenta il Pd genovese -. Era inevitabile che nell’escalation della disperazione i più violenti passassero alle mani. Rimane sempre più evidente che è ormai radicata una sorta di licenza alla violenza verbale e alla recrudescenza di atteggiamenti e manifestazioni ispirate al fascismo. Di fronte al diffondersi, a Genova come purtroppo in altre parti della Liguria e del Paese, di formazioni e movimenti apertamente ispirati a valori fascisti, è fondamentale alzare il livello di guardia e difendere i valori della nostra Costituzione. In questo quadro, sarà determinante l'esito della votazione martedì prossimo in Consiglio comunale della mozione che il Gruppo PD ha presentato (come fatto anche in Regione dal Gruppo del Partito Democratico), insieme a Lista Crivello».

Sinistra Italiana punta il dito sul sindaco Marco Bucci e sulla Lega Nord: «Assordante, ancora una volta, il silenzio del sindaco di Genova, che dovrebbe tutelare la sicurezza della città e dei genovesi, ponendo delle distanze inequivocabili con certi movimenti. Distanze che non sono mai arrivate. Tra i responsabili morali di questa situazione creatasi a Genova c’è senza dubbio la Lega Nord, che in questi mesi ha “scoperchiato il vaso di Pandora” per cavalcare le paure in chiave elettorale, sdoganando derive “a destra” pericolose. Le notizie che arrivano di passaggi di casacca “dal verde al nero”, oggi a livello municipale, non stupiscono, ma dimostrano che tra il partito di Salvini e l’estrema destra la “porta è aperta”. Di tutto ciò che questo comporterà, qualcheduno dovrà assumersene la responsabilità. Calma e “sangue caldo”, perché la reazione a simili episodi sia ferma e immediata ma capace di evitare errori e derive del passato».

«Forse quelli di Casa Pound a Genova - commenta Luca Pastorino, deputato di Possibile - hanno scambiato la libertà di espressione con la libertà di aggressione.  In ogni caso, una volta accertata dalla Digos la verità sulla violenza subita la scorsa notte da alcuni ragazzi antifascisti intenti ad attaccare manifesti in Piazza Tommaseo per mano di militanti di Casa Pound, dovranno essere prese delle scelte chiare e univoche. La violenza da qualunque parti la si guardi è sbagliata e movimenti nostalgici che la innescano sono pericolosi. Invito anche una certa parte di politica genovese, a pensare bene prima di parlare, per non aizzare esercitazioni di forza più adatte al pianeta delle scimmie che a una società civile. Chiedo a tutto il centrodestra di Genova di distanziarsi da queste becere violenze e non esserne corresponsabile, a partire dal pieno supporto per la certificazione delle firme di Casa Pound per le prossime elezioni».

Anche il Comitato per gli Immigrati e contro Ogni Forma di Discriminazione prende parte: «Preoccupata per alcuni gesti già estremi - commenta la presidentessa Aleksandra Matikj - oggi posso solo dire di aver fatto soltanto bene a sporgere la denuncia nei giorni scorsi agli esponenti di Casa Pound per i reati di apologia del fascismo, di propaganda del regime fascista, di istigazione, di minacce. È stata richiesta sanzione e condanna di gesti, azioni e slogan legati all'ideologia fascista, aventi per scopo l'incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali, l'utilizzo di simbologie legate a suddetto movimento politico, perché chiunque promuova od organizzi sotto qualsiasi forma, la costituzione di un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità di riorganizzazione del disciolto partito fascista, oppure chiunque pubblicamente esalti esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, è perseguibile a norma di legge».

La risposta di Casa Pound

Domenica sera, è arrivata la risposta di Casa Pound Genova, anch'essa diffusa su Facebook: «CasaPound Genova smentisce che i suoi militanti abbiano ferito con coltello un sedicente "compagno". Dichiara altresì come dopo una lunga serie di danneggiamenti alla propria sede da parte degli antagonisti, tutti ripresi dai video delle telecamere di sicurezza, nella notte tra il 12 e il 13 gennaio, un numeroso nucleo di antifascisti dopo aver provocatoriamente affisso manifesti infanganti le attività di Casa Pound a favore degli italiani si schierava aggressivamente tra piazza Tommaseo e via Montevideo, minacciando alcune ragazze militanti e simpatizzanti astanti nei pressi della sede. I pochi militanti presenti si schieravano quindi a difesa, respingendo gli antagonisti che si dileguavano prontamente nella notte».

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