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Cronaca

Pestaggio al casello di Bolzaneto, il "mistero" del quarto uomo

Proseguono le indagini sull'aggressione dello scorso 6 gennaio: dopo avere affidato alla perizia sulle auto coinvolte la ricostruzione dell'incidente da cui sarebbe nato tutto, si cerca una quarta persona presente sulla scena

Continuano le indagini sull’aggressione avvenuta al casello di Bolzaneto lo scorso 6 gennaio: dopo avere ascoltato le dichiarazioni di Rolando Icardi, il 35enne residente nel vicino campo sinti, al momento unico iscritto nel registro degli indagati, e quelle del 28enne picchiato insieme con il suocero 68enne, attualmente ricoverato al San Martino con un trauma cranico, gli sforzi degli investigatori sono ora concentrati sul chiarire quale delle due versioni sia quella più veritiera. 

I racconti ascoltati sino a oggi sono infatti diametralmente opposti, e la speranza è che la perizia sulle due auto coinvolte nell'incidente da cui sarebbe nato tutto possa gettare luce su una vicenda sempre più intricata: da una parte quello di Icardi, che pur avendo ammesso di essere venuto alle mani con il 28enne, ha negato ogni tipo di violenza nei confronti del pensionato e soprattutto ha sostenuto di non avere mai speronato l’auto su cui viaggiavano i due, ma di essere stato a sua volta colpito per primo; dall’altra la versione delle vittime, che al pm Luca Scorza Azzarà hanno confermato di essere stati tamponati da un’auto da cui, una volta scesi per constatare i danni, sarebbe uscito proprio Icardi, con cui sarebbe nato il diverbio poi degenerato.

E qui la ricostruzione si fa ancora più nebulosa, perché proprio Icardi, che si è presentato spontaneamente in Procura accompagnato dagli avvocati Alessandra Poggi e Riccardo Caramello consegnando anche le chiavi delle due auto sequestrate - con difficoltà - dai carabinieri il giorno dell’aggressione, ha da subito ammesso di avere ingaggiato una lotta con il 28enne, in risposta a presunte provocazioni, ma di non avere mai neppure visto il suocero, rimasto in auto, e di essersi allontanato dal luogo dell’aggressione con la moglie e i figli per fare ritorno al campo: «Il nostro assisito si è presentato davanti al pm di sua spontanea volontà, e sin dal primo momento si è dimostrato collaborativo - ha fatto sapere l'avvocato Poggi -  Lasceremo che le indagini facciano il loro corso, mettendoci a completa disposizione dell'autorità giudiziaria».

Stando a quanto dichiarato al pm, inoltre, sulla sua auto era presente anche un quarto uomo, un amico di cui Icardi non ha voluto fare il nome, che gli inquirenti stanno tentando di rintracciare proprio in queste ore attraverso le testimonianze e le immagini delle telecamere di sorveglianza del casello autostradale, sempre che l'uomo non decida di presentarsi a sua volta in Procura spontaneamente.

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