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Cronaca

Morte di Adele, assolto Gabriele Rigotti

Per il gup il 19enne non sarebbe colpevole di avere ceduto la dose alla ragazzina. Si potrebbe però procedere per omissione di soccorso

Colpo di scena nel processo per la morte di Adele De Vincenzi, la 16enne di Chiavari che nel luglio del 2017 è stata stroncata da una dose letale di ecstasy nei pressi della stazione Brignole. Il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Genova, Angela Nutini, ha assolto Gabriele Rigotti, l’amico 19enne di Adele, a processo con rito abbreviato: il giudice ha stabilito che il giovane non avrebbe commesso il fatto, pur rinviando gli atti al pubblico ministero per eventualmente procedere per omissione di soccorso.

Il pubblico ministero Michele Stagno aveva chiesto la condanna a otto anni e otto mesi per le accuse di spaccio e morte come conseguenza di altro reato. Secondo il giudice Nutini, però, non è a Rigotti che andrebbe imputata la cessione della dose che avrebbe ucciso Adele, un verdetto che lascia aperti diversi scenari richiamando in causa il 17enne di Busalla da cui i ragazzi l’avevano acquistata.

L’avvocato di Rigotti, Riccardo Di Rella, aveva sempre sostenuto che i quattro ragazzi (Adele, il fidanzato Sergio Bernardin, Rigotti e la sua fidanzata) erano andati insieme a Busalla a comprare la droga per la serata, e insieme l’avevano consumata. Il gup ha dunque sposato la tesi della difesa, facendo decadere l’accusa di spaccio e dunque anche quella di morte in conseguenza di spaccio.

Il prossimo 8 febbraio il 19enne è nuovamente atteso in aula, questa volta per testimoniare nel processo a carico di Sergio Bernardin, anche lui presente la sera della morte della ragazzina. Le accuse sono anche in questo caso di spaccio e morte come conseguenza di altro reato. Bernardin ha però scelto il rito ordinario.

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