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Salute

Tumori, nel 2019 in Liguria 10mila nuovi casi: come sottoporsi agli screening gratuiti

In occasione della Giornata mondiale contro il cancro, Regioni Liguria e Alisa hanno diffuso alcuni dati e ricordato le iniziative di prevenzione a disposizione dei cittadini

Sono stati 10mila i nuovi casi di tumore diagnosticati in Liguria nel 2019, mentre 80mila sono state le persone in trattamento o guarite. I dati sono stati diffusi da Alisa in occasione della Giornata mondiale contro il cancro, che si celebra il 4 febbraio.

Proprio in occasione della Giornata mondiale contro il cancro, anche nel 2020 proseguono i programmi di prevenzione di screening oncologici, test gratuiti per cui non occorre la richiesta medica, l’appuntamento può essere modificato e viene rilasciata una giustificazione dal lavoro: vengono offerti in Liguria dal Sistema sanitario regionale a una determinata fascia della popolazione che risponde a particolari caratteristiche (età, sesso ecc.).

A questo proposito, in ogni Asl è presente una équipe di sanitari (medici, infermieri, ostetriche e tecnici) che si occupa specificamente di tutte le fasi del programma di screening, dall’invio della lettera di invito alla gestione delle persone il cui test è risultato positivo.

I cittadini che rientrano nelle caratteristiche individuate dal programma vengono sottoposti gratuitamente al test di primo livello, un pap test ogni tre anni per lo screening del tumore della cervice uterina, l’esame delle feci per la ricerca del sangue occulto ogni due anni per lo screening del tumore del colon retto, e una mammografia per lo screening mammario, al fine di poter identificare precocemente lesioni tumorali molto piccole o le cosiddette lesioni preneoplastiche. In ogni programma organizzato di screening sono comprese e  gratuite anche tutte le indagini di approfondimento che si rendono necessarie. 

«È uno strumento fondamentale per arrivare alla diagnosi precoce del tumore, con benefici in termini di prognosi ed efficacia delle terapie - spiega Sonia Viale, vicepresidente e assessore alla Sanità di Regione Liguria - Colgo l’occasione per sensibilizzare la popolazione che riceve la lettera, da parte della propria Asl, a raccogliere l’invito e a sottoporsi allo screening, sono ancora troppo poche le persone che aderiscono, sottovalutando i vantaggi di questi importanti interventi di sanità pubblica».

In Europa e in Italia le Reti oncologiche sono lo strumento organizzativo che il Sistema sanitario offre per assicurare appropriatezza ed equità nell’offerta dei trattamenti: le Reti devono assicurare punti di accesso diffusi, a copertura del territorio, insieme a centri di cura e presa in carico, altamente qualificati e organizzati per un approccio multidisciplinare (tutti i casi devono diventare oggetto di considerazione e discussione da parte di una squadra di professionisti preparati).

In Liguria, le funzioni dela Rete oncologica sono state assorbite dal Diar oncoematologico, istituito nel 2018: «La sua funzione è quella di “fare squadra” tra il Policlinico San Martino, hub regionale del sistema e gli altri ospedali ed il territorio - aggiunge Paolo Pronzato, coordinatore del Diar oncoematologico- Anche per questo, produce e tiene aggiornati i cosiddetti Pdta, cioè i percorsi che i pazienti oncologici seguono per arrivare al centro dove riceveranno la cura più appropriata. Il Diar oncoematologico definisce anche chi, dove, che cosa e quando, ovvero le strutture abilitate a erogare i trattamenti più appropriati».

Il Diar oncoematologico individua i luoghi di cura più adatti nei percorsi di malattia, promuove e organizza il trasferimento di pazienti, materiale biologico o dati (per consultazione e approfondimenti) da un nodo all’altro, a seconda dell’area di interesse e delle competenze riconosciute e certificate.

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