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Domenica, 28 Aprile 2024
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Lavoro, in Liguria quasi un lavoratore su due non si sente sicuro e teme il licenziamento

Inoltre, il 5% pensa che l'uso dell'intelligenza artificiale diventerà la norma nel proprio settore nei prossimi cinque anni, riducendo le attività manuali: tutti i dati del sondaggio

Quasi la metà dei lavoratori liguri (44%) non si sente sicuro del proprio posto di lavoro, e teme che una nuova crisi economica e il rallentamento dell’economia possano portare la propria azienda a licenziamenti.

Non solo, perché tra i fattori che fanno preoccupare i lavoratori adesso c'è anche l'intelligenza artificiale: il 5% di chi ha un impiego in Liguria pensa che l'uso dell'Ai diventerà la norma nel proprio settore nei prossimi cinque anni, riducendo le attività manuali.

Lo rivela il sondaggio People at Work 2023 dell'ADP® Research Institute, condotto su oltre 32.000 lavoratori in 17 paesi (2mila lavoratori in Italia).

A livello nazionale, non si sente sicuro un lavoratore su tre (34%), dunque in confronto i liguri sono più preoccupati rispetto alla media. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, i timori sono maggiori negli uomini (38%) e inferiori nelle donne (30%). I sentimenti di precarietà sono più alti nella fascia 35-44 anni (37%), segue la generazione Z, ovvero quella che va dai 18 ai 24 anni con il 36%, dai 24 ai 34 è timoroso il 34%, mentre dai 45 ai 54 anni il 33%; solo il 26% degli over 55 è invece preoccupato per il proprio posto di lavoro.

Secondo dati Inps, nel 2022 i licenziamenti di natura economica sono aumentati del 41% sull’anno. Occorre però ricordare che i licenziamenti economici erano bloccati dalle normative introdotte nel 2020 a fronte dell'evento pandemico e che sono stati riaperti a partire da giugno e ottobre 2021. Se confrontato invece al dato 2019, nel 2022 ci sono stati circa 127.000 licenziamenti in meno (-25%). Inoltre, nel primo semestre del 2023 si evidenzia una forte riduzione rispetto al 2022 dei licenziamenti di natura economica (-18%) mentre sono in leggero aumento le cessazioni per risoluzione consensuale (+3%).

Tornando ai dati regionali, un lavoratore ligure su due (55%) pensa che nessuna professione sarà immune dall'attuale incertezza economica, e il 5% crede che l'uso dell'intelligenza artificiale diventerà la norma nel proprio settore nei prossimi cinque anni, riducendo così le attività manuali. In questo contesto, il 22% dei liguri ha preso in considerazione la possibilità di cambiare settore negli ultimi 12 mesi e il 22% ha pensato di avviare un'attività in proprio. L’11% degli over 55 ha pensato di chiedere la pensione anticipata.

"I tempi sono difficili - commenta Marcela Uribe, general manager Adp Southern Europe - ed è normale che i lavoratori si sentano preoccupati per il proprio lavoro, temendo la perdita del proprio posto per motivi economici ma anche con l’introduzione dell'intelligenza artificiale, che presumibilmente potrebbe sostituire alcune mansioni".

Ma cosa dovrebbero fare le aziende? "Certamente di più per rassicurare i propri dipendenti - conclude Uribe - mostrando loro che gli sforzi sono riconosciuti e che le prospettive di carriera sono effettive. Non è necessariamente vero che i tagli di posti di lavoro in un'azienda significhino che altri seguiranno l'esempio o che l'automazione, l'intelligenza artificiale e l'apprendimento automatico siano cose di cui aver paura. Potrebbero infatti rendere il lavoro delle persone più facile o più soddisfacente in futuro. Vale la pena che i datori di lavoro parlino con i lavoratori ora, per affrontare le idee sbagliate e fugare preoccupazioni inutili".

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