Lo straordinario viaggio di Riptide, orca "genovese" arrivata sino in Libano
Il maschio del pod che a dicembre ha stazionato nel porto di Pra' in questi giorni è al largo delle coste di Beirut: la migrazione è salita a 8mila km
La notizia buona è che non è morta, come si temeva dopo il ritrovamento di un orca senza vita spiaggiata sulle coste del Libano. La notizia straordinaria, invece, è che ha percorso oltre 8mila chilometri, una migrazione senza precedenti nella storia per lunghezza e particolarità.
Lei - anzi lui - è Riptide, il maschio dell’ormai celebre pod di orche “genovesi” che a inizio dicembre hanno catalizzato l’attenzione internazionale per l’arrivo e poi la permanenza nel porto di Pra’. Grazie al lavoro di una serie di associazioni che hanno collaborato in tutti questi mesi - tanto per citarne alcune, Menkab il respiro del mare, Whalewatch Genova e Artescienza - è stato possibile confermare che Riptide, con la sua caratteristica macchia bianca, è l’esemplare di orca avvistato nelle acque davanti a Beirut, in Libano. Apparentemente solo, nessuna traccia delle compagne con cui è rimasto nel porto di Pra’ muovendosi poi lungo le coste liguri, ma vivo.
A confermare il “matching” sono stati gli esperti di Orca Guardians Iceland, che a dicembre avevano fornito qualche informazione in più sul pod formato, inizialmente, da mamma orca, un piccolo poi morto e altri tre esemplari tra cui Riptide, un giovane maschio. La migrazione, già straordinaria ai tempi di Genova - oltre 5.000 km dall’Islanda alla Liguria - con l’avvistamento in Libano diventa quasi incredibile: 8.000 km percorsi in pochi mesi, la distanza più lunga mai registrata sino a oggi.
«Marie Mrusczok è riuscita a fare il march grazie al preziosissimo aiuto di alcuni appassionati cittadini e scienziati libanesi», hanno spiegato da Orca Guardians Iceland, ringraziando per le foto in alta definizione arrivate dopo che Riptide è stato avvistato, due volte, davanti a Beirut. Un contribuito fondamentale per accertare l’identità, e quindi la provenienza, dell’orca, e per accertare che l’esemplare trovato morto qualche giorno fa davanti a Sarafand, cittadina del Sud Libano, non è Riptide, ma un altro maschio morto da più tempo e spiaggiato sulla costa.
Resta ancora senza motivi certi la presenza del pod nel Mediterraneo orientale: molto comuni nell’Atlantico, nel Pacifico e nell’oceano Indiano, le orche sono rare nel Mediterraneo, rarissime in acque calde come quelle del Libano. L’ipotesi più probabile secondo gli esperti, al momento, è che il gruppo si sia perso e non sia più in grado di trovare l’ormai lontanissima strada verso casa, l’Islanda. Vista la straordinarietà dell’episodio, molti esperti concordano nel ritenere che si tratti di un caso isolato e sono restii a metterlo in stretta relazione all’inquinamento e ai cambiamenti climatici.
Certo è, però, che il comportamento di questo pod è apparso da subito incoerente con le abitudini di questa tipologia di cetacei: rimaste in rada a Genova per settimane, inizialmente per proteggere il piccolo ormai morto, le orche si sono dirette prima verso Vado, poi sono tornate indietro passando davanti a Portofino e arrivando sino a Portovenere, e poi sembrano essere scese attraverso lo stretto di Messina costeggiando Tunisia e Grecia. In un punto del percorso si sono separate, e Riptide è stato avvistato in Libano: la speranza è che anche le compagne di viaggio siano ancora vive, anche se smarrite.