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Pallanuoto in lutto, addio a Marco Paganuzzi

Colpito da una terribile malattia l'ex tecnico del Quinto si è spento a 45 anni lasciando la moglie e due figli

Pallanuoto italiana in lutto per la scomparsa di Marco Paganuzzi, ex allenatore e attualmente dirigente dello Sporting Club Quinto, società che milita nel campionato di Serie A1. Proprio Paganuzzi fu l'artefice della grande cavalcata dei biancorossi verso la massima serie nella stagione 2015/2016. Paganuzzi era stato costretto a lasciare la guida tecnica nell'agosto del 2017 a causa della malattia quando la squadra si trovava in A2, rimanendole comunque accanto nonostante i problemi di salute e le terapie durante una stagione culminata con il ritorno in A1. Quest'anno era tornato in panchina come dirigente. Marco Paganuzzi, che lascia la moglie e due figli e aveva 45 anni, è stato ricordato con una lunga lettera dal presidente del Quinto Giorgio Giorgi, che l'ha voluto ricordare e salutare per un'ultima volta con parole molto toccanti. 

La lettera di Giorgi, presidente del Quinto 

«C’è stato un tempo in cui il Quinto era Marco Paganuzzi e Marco, con Fabrizio e qualche altro amico, era il Quinto - ha scritto il presidente - Il Quinto è stato per Marco, dopo la sua bella famiglia, la passione della vita. Ma mai è stato - come a volte succede nello sport dilettantistico - il suo giocattolo personale: avvertiva l’essere lui “il Quinto” come un limite ed è stato sempre inclusivo. E se oggi siamo quelli che siamo anche a livello societario certo Marco è stato, anche lì, un protagonista dell’inclusione».

«Marco è stato per me una persona con la quale mi sono aperto subito - ha continuanato Giorgi -, con grande fiducia. Lo sentii subito come una persona leale e non mi sono sbagliato. Non ho i ricordi che molti di noi hanno: non ho giocato con lui, non né sono stato allenato, né l’ho allenato, non abbiamo fatto vacanze assieme e sono troppo distanti d’età i nostri figli per aver condiviso le stesse apprensioni. Negli anni in cui ancora stava bene mangiavamo assieme quasi tutti i lunedì a pranzo e tante volte in questi anni abbiamo incrociato gli sguardi e sapevamo esattamente cosa stavamo ambedue sentendo e pensando. Anche in questi anni di malattia aspettavo, ed è sempre arrivato, il suo messaggio. Marco c’era. Due refrain che gli avevo affibbiato  erano che lui era “il nostro Alex Ferguson”, nel senso che era davvero l’unico ad avere la visione della società a 360 gradi, e che “noi siamo tutti umili collaboratori di Marco Paganuzzi”. So che gli faceva piacere quando dicevo che “solo il Quinto ha in panchina un ingegnere”: perché Marco era davvero sempre ingegnere. Un uomo di un’intelligenza speciale che aveva rinunciato a fare carriera per seguire la sua passione che non era genericamente la pallanuoto, ma la pallanuoto del Quinto».

«Avremo modo di commemorarlo ancora - ha concluso Giorgi -, ora sappiamo che ci manca già e che non lo dimenticheremo. “Muor giovane chi è caro agli dei”, secondo il poeta Menandro e sarà bello pensare che Marco da lassù, con la calottina guidi i suoi due figlioli e la sua famiglia ed ogni tanto, pensando al Quinto, “si prenda” l’altrui centroboa. Tutta la nostra comunità si stringe con l’affetto infinito di sempre a Valentina, ed agli amatissimi Carlotta e Leonardo, al fratello Stefano ed alla Famiglia Tutta. Che la terra ti sia lieve Marco».

Il comunicato del Bogliasco

Si è unito al cordoglio anche il Bogliasco che, attraverso un comunicato ufficiale, ha voluto ricordare l'allenatore scomparso: 

«Una bandiera a mezz'asta sventola da questa mattina sul pennone più alto della Gianni Vassallo. È il simbolo di quanto Marco Paganuzzi fosse vicino al mondo Bogliasco. Rivale vero e duro in acqua, da sempre, l'ex allenatore del Quinto è stato anche una figura estremamente vicina all'ambiente biancazzurro, sia a livello personale che sportivo. Non c'è persona alla Vassallo che non abbia avuto modo di apprezzarne le doti o di scambiare anche solo quattro chiacchiere con lui. Circostanze che aumentano il dolore di non poterlo più abbracciare e sfidare. Chi crede nel destino non troverà casuale il fatto che la notizia che nessuno voleva ricevere sia arrivata ai suoi ragazzi proprio mentre si stavano allenando con i colleghi bogliaschini, interrompendo all'istante una partitella come tante trasformata all'improvviso in un ricordo indelebile per tutti i suoi protagonisti».

A diffondere il triste annuncio agli altri giocatori è stato Fabio Gambacorta, il primo ad essere messo a conoscenza di quanto accaduto poco prima: «Personalmente sapevo che le condizioni di Marco non erano buone e che nelle ultime settimane si erano aggravate parecchio. Però una notizia così non sei mai pronto per riceverla. È stato uno shock per tutti. Ovviamente per i suoi giocatori ma anche per noi che lo conoscevamo molto bene».

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