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Coronavirus nelle case di riposo: il 40% è in situazione critica, in arrivo nuovo personale

Le residenze sanitarie protette sono il fronte più complesso, e con più vittime, nella lotta al covid-19. Sono arrivati intanto i risultati dei primi test sierologici, il 14% degli ospiti è entrato in contatto con il virus

Il 40% delle residenze sanitarie in Liguria si trova in una «situazione critica» a causa dell'epidemia da nuovo coronavirus. La preoccupante percentuale è stata confermata dall'assessore regionale alla Sanità, Sonia Viale, che ha annunciato che proprio mercoledì verrà firmata una nuova ordinanza regionale contenente nuove misure a supporto delle rsa liguri, al momento il fronte più complesso, e con più vittime, nella lotta al coronavirus.

I risultati dei primi test sierologici effettuati su ospiti e personale hanno consentito di elaborare alcune percentuali provvisorie: sottoposti a prelievi e analisi del sangue 2353 ospiti delle residenze, 330, e dunque il 14%, risultano essere entrati in contatto con il covid-19 e avere sviluppato i relativi anticorpi. Il che significa che sono o sono stati positivi, e che hanno quindi contratto il virus. Per quanto riguarda il personale, la percentuale è più bassa: su 1682 test sierologici effettuati, il 9% è entrato in contatto con il virus, circa 150 operatori, e tra loro si è già registrata una vittima, un operatore socio sanitario che lavorava nella residenza San Camillo di Genova, una delle strutture in cui la situazione è più complessa.

I risultati dei test sono tuttavia ancora troppo pochi per consentire un'elaborazione affidabile e fornire un quadro aggiornato dell'effettiva situazione nelle rsa. I numeri in Liguria parlano infatti di 12mila ospiti e 8mila operatori, per un totale di 20mila persone da sottoporre a test sierologico. E anche se Viale ha assicurato che il programma è partito ormai da qualche settimana, ci sono ancora residenze sanitarie protette i cui i test non sono stati effettuati, e migliaia di campioni ancora da elaborare.

Il numero dei contagi nelle case di riposo è però quello che incide di più sulla totalità dei positivi in Liguria, e soprattutto quello che incide maggiormente sui decessi: 793 a martedì sera, la maggior parte vittime anziane. 

Soltanto all'ospedale San Martino, come confermato anche dal direttore di Malattie Infettive, Matteo Bassetti, nelle ultime 6 settimane sono state trattate 140 persone di cui 39 tra i 71 e gli 80 anni, 28 tra gli 81 e i 90, 12 over 90. E i dati sui decessi confermano ciò che già si sapeva, e cioè che la percentuale di letalità dell'infezione e tanto più elevata quanto è alta l'età dei pazienti. Tra i pazienti del San Martino, 36 sono state le vittime nella fascia d'età che va dai 70 ai 100 anni, la metà delle quali avevano un'età compresa tra gli 81 e i 90 anni.

«A Pasquetta abbiamo lavorato per ottenere una mappatura della situazione nelle residenze sanitarie della nostra regione - ha detto l'assessore Viale martedì sera - la task force coordinata dal professor Ernesto Palummeri ha elaborato i dati e stiamo studiando un'implementazione delle azioni fatte dall'inizio della pandemia,nuova mizure che verranno autorizzate con ordinanza apposita». Saranno azioni a supporto di quanto fatto, ha aggiunto la vice presidente della Regione, sottolineandoi che «non ci sono misure di indagini su cosa non ha funzionato. Metteremo a disposizione delle residenze sanitarie personale formato ed esperto della materia, e Imperia arriveranno altri 9 infermieri, ci sembrava corretto visto che quella della ASl 1 è la zona più critica».

«Le difficoltà derivano da un insieme di fattori, elaborati proprio dalla task force di Alisa. Il 40% delle rsa liguri viene considerato in situazione sulla base del numero dei decessi, dei casi positivi e anche della carenza di dispositivi, ma «avendo avuto grandi quantitativi di dispositivi grazie alla Regione e alla Protezione CIvile - ha concluso Viale - abbiamo effettuato una distribuzione importante alle rsa di tutta la regione sia di mascherine sia di camici».

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