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Mascherine: entro fine aprile la consegna in cassetta, poi in farmacia e in edicola

Il primo milione di protezioni verrà consegnato via Poste Italiane civico per civico, una volta esaurita la prima tornata la distribuzione avverrà tramite la rete individuata dalla Regione

Proseguono le operazioni di consegna delle mascherine che la Regione ha acquistato per la distribuzione gratuita ai cittadini. Poste Italiane, con cui la Regione ha stretto un accordo per la consegna a domicilio, ha iniziato venerdì a distribuirle nelle cassette postali e proseguirà per i prossimi giorni con l'obiettivo di consegnare tutte e 500mila le confezioni da due già preparate.

«Abbiamo iniziato venerdì e proseguiremo in modo capillare in tutti i Comuni sopra i 2mila abitanti. Nei Comuni più piccoli ci pensano i sindaci - conferma l'assessore regionale alla Protezione Civile, Giacomo Giampedone - Pasqua e Pasquetta le consegne si sono fermate, ma in questi giorni sono riprese a un ritmo di 100mila al giorno, sino a esaurire tutto il milione di mascherine a disposizione. L'altro milione verrà distribuito attraverso edicole, tabaccai e farmacie, in modo che ogni cittadino abbia almeno una mascherina».

Il piano di consegne via posta, infatti, è organizzato per la consegna in ogni cassetta postale di una confezione contenente due mascherine: «Ci rendiamo conto che ci sarà chi vive solo e avrà due mascherine, e nuclei composti da più di due persone che non ne avranno una ciascuno - riflette Giampedrone - ma si tratta di un'iniziativa emergenziale che vuole garantire almeno una mascherina a tutti. Ovviamente è un inizio, e non va considerato risolutivo: se le mascherine diventeranno la prassi, come previsto nella fase 2 per la ripartenza, sarà necessario un piano nazionale per l'approvvigionamento regolare di mascherine o, in alternativa, bisognerà che le mascherine diventino un bene di largo consumo a prezzi adeguati. Sino ad allora non possiamo prevedere come Regione una specifica ordinanza che obblighi a indossarle, semplicemente perché non a tutti sono ancora garantire, e non a lungo termine. Infatti, chi ha adottato ordinanze di questo genere è stato poi costretto a tornare sui suoi passi consentendo di coprirsi la bocca con un foulard, che non è certo la stessa cosa».

Neppure le mascherine, d'altronde, garantiscono sicurezza, innanzitutto perché non proteggono chi le indossa ma gli altri, e poi sono beni deperibili: pur disinfettandole e usandole per poche ore al giorno, dopo qualche ora vanno sostituite. E di questo i cittadini devono essere consapevo, sottolinea Giampedrone, perché «il distanziamento sociale resta al momento l'unica misura efficace. Ovvio che se tutti potremo circolare con le mascherine avremo più possibilità di proteggere noi e agli altri, ma è necessario un intervento a livello governativo».

Domenica alla Fiera di Genova è arrivato un nuovo carico di mascherine chirurgiche, 2 milioni che si aggiungono al milione già in consegna tramite Poste Italiane,  e 100mila ffp2: «Queste ultime sono state ordinate per supportare il sistema sanitario, e gran parte verrà inviata al San Martino per essere distribuita - spiega l'assessore alla Protezione Civile - altre verranno destinate a chi lavora nei servizi essenziali dei Comuni, mentre 850mila sono già state consegnate alle categorie produttive. Ovviamente le attività produttive, in prospettiva, si attrezzeranno autonomamente per poter provvedere alle loro necessità, ma per i cittadini è importante pensare a un piano di distribuzione su larga scala».

«A chi sta aspettando in questi giorni la distribuzione gratuita - conclude Giampedrone - chiedo di avere pazienza: è un'operazione complessa e di ampia portata, ma entro dieci giorni contiamo di avere consegnato almeno una mascherina a ogni cittadino ligure. Tenendo conto che Poste consegna sempre il giorno dopo, e salta la domenica e alcune volte anche il sabato oltre ai festivi, prevediamo la fine della consegna intorno a l 27-28 aprile. Chi non l'avrà potrà richiederle tramite la rete di farmacie ed edicole, e ci siamo attivati affinché anche la Protezione Civile, in ultimo, possa distribuirne a chi non le ha ricevute».

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