Coronavirus, su Facebook nasce un gruppo per raccogliere le testimonianze in Liguria
Il "tam tam" della rete per raccontare le diverse esperienze dei cittadini
C'è chi scrive in bacheca e chi in privato agli amministratori, e parla della malattia in ospedale, chi della convalescenza, chi della sua esperienza diretta, chi dei primi sintomi e del "calvario" dell'attesa del tampone.
Il gruppo Facebook #parlodelcovid Liguria: testimonianze e tutela dal contagio è uno dei primi strumenti messi a punto dagli utenti liguri per "contarsi" e scambiarsi testimonianze sulle diverse esperienze accumulate in questi mesi in materia coronavirus.
«Il gruppo ha l’obiettivo di raccogliere testimonianze dirette sulla situazione del Covid-19 nella realtà locale - si legge nella descrizione del gruppo, scritta qualche giorno prima della "riapertura" della Liguria -. L’apertura della fase 2 nella nostra Regione è imminente ma appare meno evidente la situazione reale dei contagi. I tamponi effettuati in Liguria risulterebbero più bassi rispetto ad altre regioni. Molte situazioni si conoscono direttamente e pensiamo possa essere utile raccoglierne testimonianze». Queste saranno raccolte «nel massimo rispetto della privacy» e «andranno a supporto delle richieste che vogliamo fare alle autorità competenti su quali saranno le cure presenti o potenziate nella fase 2 con il contagio ancora attivo».
«Vorremmo dare - spiega a GenovaToday Daniela Poggi, amministratrice - visibilità alle domande che i cittadini fanno rispetto alle carenze e ai dubbi sorti dalla loro esperienza. Alla fine sappiamo poco di chi ha dovuto combattere contro il Covid-19, molte persone sono ancora in cura o non vogliono esprimersi. Altre invece hanno deciso di raccontare i propri casi o quelli dei loro parenti, e ci sono arrivate diverse testimonianze in privato. Non vogliamo essere destinatari passivi, chiediamo semplicemente delle risposte».
Il fil rouge che unisce quasi tutte le testimonianze riguarda tamponi e assistenza domiciliare: «Ci sono persone - dice ancora Poggi - che ci raccontano che non sono riuscite a ottenere risposte rapide e precise in tempi brevi nonostante manifestassero tutti i sintomi. O che non hanno potuto fare il tampone nonostante avessero casi di parenti stretti positivi, e si sono "autogestite" mettendosi in quarantena da sole. O ancora che hanno faticato ad accedere alle cure domiciliari nonostante le tante chiamate ai numeri preposti. Solo per fare alcuni esempi. In queste ore tra l'altro è emerso anche il caso dei poliziotti liguri, sollevato dal sindacato Siap. E poi tante domande sugli asintomatici e sul pericolo di trasmissione del virus, sui test sierologici. Insomma, le testimonianze diventano sempre più utili nella fase che si è aperta e che necessita, per noi tutti, di un'estrema attenzione alle regole di tutela personale e collettiva».