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Venerdì, 19 Aprile 2024
Coronavirus

Coronavirus, su Facebook nasce un gruppo per raccogliere le testimonianze in Liguria

Il "tam tam" della rete per raccontare le diverse esperienze dei cittadini

C'è chi scrive in bacheca e chi in privato agli amministratori, e parla della malattia in ospedale, chi della convalescenza, chi della sua esperienza diretta, chi dei primi sintomi e del "calvario" dell'attesa del tampone. 

Il gruppo Facebook #parlodelcovid Liguria: testimonianze e tutela dal contagio è uno dei primi strumenti messi a punto dagli utenti liguri per "contarsi" e scambiarsi testimonianze sulle diverse esperienze accumulate in questi mesi in materia coronavirus.

«Il gruppo ha l’obiettivo di raccogliere testimonianze dirette sulla situazione del Covid-19 nella realtà locale - si legge nella descrizione del gruppo, scritta qualche giorno prima della "riapertura" della Liguria -. L’apertura della fase 2 nella nostra Regione è imminente ma appare meno evidente la situazione reale dei contagi. I tamponi effettuati in Liguria risulterebbero più bassi rispetto ad altre regioni. Molte situazioni si conoscono direttamente e pensiamo possa essere utile raccoglierne testimonianze». Queste saranno raccolte «nel massimo rispetto della privacy» e «andranno a supporto delle richieste che vogliamo fare alle autorità competenti su quali saranno le cure presenti o potenziate nella fase 2 con il contagio ancora attivo».

«Vorremmo dare - spiega a GenovaToday Daniela Poggi, amministratrice - visibilità alle domande che i cittadini fanno rispetto alle carenze e ai dubbi sorti dalla loro esperienza. Alla fine sappiamo poco di chi ha dovuto combattere contro il Covid-19, molte persone sono ancora in cura o non vogliono esprimersi. Altre invece hanno deciso di raccontare i propri casi o quelli dei loro parenti, e ci sono arrivate diverse testimonianze in privato. Non vogliamo essere destinatari passivi, chiediamo semplicemente delle risposte».

Il fil rouge che unisce quasi tutte le testimonianze riguarda tamponi e assistenza domiciliare: «Ci sono persone - dice ancora Poggi - che ci raccontano che non sono riuscite a ottenere risposte rapide e precise in tempi brevi nonostante manifestassero tutti i sintomi. O che non hanno potuto fare il tampone nonostante avessero casi di parenti stretti positivi, e si sono "autogestite" mettendosi in quarantena da sole. O ancora che hanno faticato ad accedere alle cure domiciliari nonostante le tante chiamate ai numeri preposti. Solo per fare alcuni esempi. In queste ore tra l'altro è emerso anche il caso dei poliziotti liguri, sollevato dal sindacato Siap. E poi tante domande sugli asintomatici e sul pericolo di trasmissione del virus, sui test sierologici. Insomma, le testimonianze diventano sempre più utili nella fase che si è aperta e che necessita, per noi tutti, di un'estrema attenzione alle regole di tutela personale e collettiva».

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