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Venerdì, 19 Aprile 2024
Coronavirus

Coronavirus e fase 2, da lunedì il via libera: uscite con i bambini e ristoranti da asporto

Mentre calano le terapie intensive ma non il numero di morti per covid-19,il presidente della Regione ha annunciato un'ordinanza entro domani sera

La fase 2 dell’emergenza covid-19 in Liguria, partirà lunedì 27 aprile. Il presidente della Regione, Giovanni Toti, sta preparando una nuova ordinanza che, per la prima volta, allenterà il lockdown, in anticipo di una settimana rispetto alla data fissata dal Governo per il 4 maggio. «Si potrà tornare a correre, anche con i propri conviventi, andare in bici in determinate fasce orarie e fare brevi passeggiate, anche per dare sollievo ai nostri bambini – ha deciso Toti – potranno aprire i ristoranti solo in modalità take away, non solo con la consegna a domicilio». 

Dopo un primo sì al lavoro di parrucchieri ed estetisti il dietro front del governatore su Facebook: «Seguiremo i consigli e non lo faremo. Abbiamo pensato che potesse essere un argine al lavoro nero e un po’ di respiro per delle attività che saranno le ultime a ripartire e quindi per molte settimane ancora rischiano di non poter lavorare. Ma ovviamente seguiremo come sempre i suggerimenti che ci arrivano e non potendo aprirle nei loro negozi, sarà il Governo a decidere».

Secondo una prima bozza dell'ordinanza regionale che sarà firmata domani, domenica 26 aprile dovrebbero avere il via libera alla riapertura le attività che vendono cibo, sia sul posto che a domicilio, quelle della filiera florovivaistica e i negozi di calzature per bambini. «Ragioniamo sui servizi alla pesona a domicilio, come i parrucchieri», ha spiegato Toti.

«Per quanto riguarda le attività motorie all'aria aperta sarà consentita da lunedì, anche in maniera congiunta a chi vive sotto lo stesso tetto. Andare in bicicletta dovrebbe essere consentito in alcune fasce orarie della giornata ed entro certi limiti, meno stringenti di quelli attuali. Consentite anche passeggiate a piedi, a cavallo e le uscite in barca».

Covid-19, Il bollettino sanitario in Liguria

Sono 124 i nuovi contagi da coronavirus accertati nelle ultime 24 ore in Liguria, un numero che - tenendo conto dei guariti, 29, e purtroppo dei morti, 29 in più rispetto a giovedì, porta la totalità dei positivi a 4.872 totali.

I dati diffusi dalla Regione e da Alisa confermano quello che è stato il trend degli ultimi giorni: il numero dei morti resta sempre alto, complice l’alta età media delle persone contagiate, i nuovi contagi - a fronte dei tamponi effettuati, che oscillano giornalmente intorno ai 1.600 di media - si attestano ancora sopra le 100 unità quotidiane, ma i ricoveri scendono, lentamente ma costantemente, tanto che venerdì il San Martino ha annunciato l’imminente chiusura di uno dei reparti aperti appositamente per la gestione dei pazienti covid.

A venerdì sera negli ospedali liguri erano ricoverate 847 persone, con 87 terapie intensive, che scendono ulteriormente dopo la svolta di inizio settimana, quando erano calate sotto le 100 unità occupate. I guariti totali salgono a 1.225, il numero dei morti raggiunge la tragica cifra di 1.074 persone, e ci sono ancora 2.596 persone in sorveglianza attiva, un centinaio in più rispetto a giovedì.

La maggioranza dei casi positivi resta nella provincia di Genova, 2.783 persone contagiate, in quella di Imperia sono 922, in quella di Savona 744, nello spezzino 391, dato che fa dell’estremo levante ligure la zona in cui si registrano meno contagi. La maggior parte dei malati è distribuita tra San Martino - 162 - Galliera - 101 - e Villa Scassi - 139 - nel Tigullio è l’ospedale di Sestri Levante a ospitare la gran parte dei malati, una cinquantina.

San Martino, calano ancora i ricoverati: chiude uno dei nuovi reparti covid

Come detto, l’ospedale San Martino, hub regionale della gestione dell’emergenza coronavirus, ha annunciato che proprio a fronte del costante calo dei ricoveri è stato deciso in accordo con Alisa di chiudere l’area per la gestione di pazienti covid realizzata appositamente al quinto piano della palazzina laboratori.

I pazienti ricoverati nell’area, inizialmente destinata a un nuovo polo chirurgico per l’ospedale e realizzata a stretto giro proprio per aumentare la capacità di posti letto, sono stati infatti tutti dimessi o spostati negli altri reparti del policlinico. Nel picco dei ricoveri, sono stati 40 i pazienti gestiti al suo interno, su una capacità massima di 65 posti letto. Gli spazi verranno sanificati e igienizzati nei prossimi giorni, e (salvo imprevisti o un nuovo picco di ricoveri) verrà utilizzata per la sua finalità originale.

«Calano gli ospedalizzati in Liguria - aveva confermato il presidente della Regione Giovanni Toti - un dato positivo che si unisce alle medie intensità di cura che sono sotto i 900, così come sono 91 i posti occupati in terapia intensiva, meno della metà di quello che si è verificato nel momento clou della malattia. Dati positivi, anche se il numero dei decessi è sempre elevato, dovuto al cumulato dei pazienti ricoverati negli ospedali».

«Nonostante la riduzione degli ospedalizzati - ha sottolineato invece l’assessore alla Sanità Sonia Viale - Non siamo ancora fuori dall’emergenza. Questo significa che i posti letto per Covid devono rimanere alti e parallelamente il nostro sistema dovrà compiere tutti gli sforzi possibili per accogliere i pazienti per interventi in elezione o per gli esami radiologici».

Buoni spesa e spostamenti a Genova

«Anche nella giornata di ieri gli spostamenti sono stati il sette per cento superiori a due settimane fa - ha spiegato il sindaco Bucci durante la conferenza stampa di venerdì sera -. Dobbiamo cercare di mantenere le distanze e limitare le uscite. Oggi  sono stati consegnati quasi tutti quelli della seconda tranche, manca solo il Municipio Centro Est, a cui verrano dati lunedì. Mancano 3.500 domande, il ché significa che ne abbiamo soddisfatte 15mila. Sono in arrivo altre donazioni», ha concluso il sindaco.

Ricordiamo che sono previsti per i nuclei composti da una sola persona 100 euro, per due persone 200 euro, per nuclei composti da 3 a 5 persone 300 euro e per nuclei con più di 5 persone 400 euro. I buoni sono in tagli da 20 e sono validi fino al 31 dicembre 2020, spendibili in tutti gli esercizi commerciali convenzionati, il cui elenco è consultabile sul sito web del Comune.

Alla conclusione di questa fase di consegna, in lista d'attesa resteranno ancora circa 3.600 nuclei famigliari, ma la raccolta fondi lanciata dal Comune è ancora attiva, chiunque può partecipare.

Tutti coloro che volessero contribuire alla raccolta fondi del Comune di Genova per integrare i buoni alimentari possono farlo attraverso il seguente conto corrente - La causale da inserire è: “Emergenza coronavirus: misure urgenti di solidarietà”. (via Garibaldi, 9 - 16124 Genova.  Conto corrente n. 000100880807 presso Unicredit Spa - Genova Tesoreria Comunale. ABI 02008 - CAB 01459 - CIN T - IBAN IT 08 T 02008 01459 000100880807 - BIC UNCRITMM).

Distribuzione mascherine

Da martedì sarà possibile inviare segnalazioni in merito a mancate consegne di mascherine alla mail segnalazionimascherineliguria@gmail.com. Lo ha annunciato l'assessore regionale alla Protezione civile Giampedrone in conferenza stampa.

«Nel weekend - ha spiegato Giampedrone - arriveranno 500mila mascherine ffp2, che andranno nel magazzino di protezione civile poi in parte al mondo sanitario e al mondo dello sviluppo economico. Una piccola parte andrà ai Comuni per i servizi essenziali. Con Poste siamo al 95% della distribuzione dei due milioni di mascherine. Lunedì termineremo. Da martedì lasceremo una quota di 100mila mascherine a Poste, che potrà, ogni volta che riceverà una segnalazione via mail, dopo una contro verifica, arrivare anche nel luogo indicato. Martedì verranno anche comunicate le modalità di consegna dell'ulteriore milione di mascherine. Utilizzeremo farmacie e quasi sicuramente edicole, ma non sono esclusi altri canali. In totale saranno sei milioni di mascherine distribuite in Liguria».

Costa Deliziosa, il 3 maggio ultimati gli sbarchi

Continuano inoltre gli sbarchi protetti dei passeggeri della Costa deliziosa, nave Covid free, attraccata due giorni fa nel porto di Genova. Dei rimanenti 100 su un totale di 1537 passeggeri, sono partite altre 45 persone che sono state trasportate nei loro paesi di residenza con voli di linea.

Dal 26 aprile fino al 3 maggio partiranno i restanti 52, sempre con voli, con i quali si concluderà l’operazione di accompagnamento di tutti i 1537 passeggeri.

«Questa mattina - ha detto l’assessore regionale alla Protezione civile Giacomo Giampedrone - abbiamo fatto il tavolo emergenza, che ha certificato che sta andando tutto molto bene per quanto riguarda lo sbarco. In meno di 48 è di circa 1.450 passeggeri, stamattina ne sono scesi 45, altri 52 scenderanno fra il 26 aprile al 3 maggio, questo perché le persone a bordo hanno bisogno di aerei che li riportino a casa. Siamo al 96/97% degli sbarchi totali in meno di 48 ore. Rimangono sulla nave 52 passeggeri e 900 membri equipaggio, che sempre dal 26 aprile inizieranno un piano di sbarchi in diverse settimane per arrivare a 150-200, che è il numero minimo per il mantenimento della nave. Lunedì nuova riunione del tavolo emergenze».

Giovane morto in centro, Toti: «Mi auguro si verifichi perché non è stato ricoverato»

Il presidente della Regione ha anche parlato del ragazzo trovato morto giovedì mattina nella sua casa di via Bertora nel centro di Genova: «Il giovane - ha detto Toti - era affetto dal morbo di crohn. È stato effettuato il tampone al San Martino e il ragazzo è risultato negativo al covid-19. Lunedì verrà svolta l'autopsia».

Pd all'attacco: «I numeri del disastro»

Alessandro Terrile, consigliere del Partito Democratico, ha attaccato la Regione per la gestione dell'emergenza coronavirus. «In Liguria abbiamo superato 1.000 morti ufficiali per Covid - ha scritto Terrile - . Nella nostra Regione si registra l’indice di letalità più alto in Italia, dopo la Lombardia: in Liguria muoiono 14,85 contagiati su cento. E siamo quelli che fanno meno tamponi. A ieri eravamo a 24 tamponi per ogni 1.000 abitanti. Per fare un confronto il Piemonte ne fa 27, la Lombardia 30, l’Emilia Romagna 32, il Veneto 58. Nonostante l’Agenzia Regionale Alisa cerchi di confondere i numeri, conteggiando tra i negativi tutti coloro che non si sono ancora sottoposti al tampone, secondo i dati della stessa Agenzia del 12 aprile la percentuale di positivi tra il personale sanitario ligure sottoposto a test è preoccupante: 20,17% dei medici, 19,84% degli infermieri, 23,07% degli operatori socio sanitari. Nei giorni scorsi le principali associazioni rappresentative dei gestori delle residenze per anziani hanno denunciato la solitudine in cui li ha lasciati la Regione: le prime mascherine sono state consegnate il 20 marzo, quando ormai il contagio in alcune strutture ormai dilagava. E mentre la Regione spende 1,3 milioni di Euro per ospitare meno di 50 pazienti su una nave, l’assistenza domiciliare continua ad essere la grande assente. Per tutto il mese di marzo sono state operative a Genova solo 2 squadre. Il 30 marzo il Presidente Toti aveva annunciato la partenza di 10 squadre. Non è andata così. Dal 20 aprile le squadre sono arrivate a 6. Ancora troppo poche per 600.000 abitanti».

«Stupisce - conclude Terrile - che in questo quadro drammatico, che interpella precise responsabilità nella gestione dell’emergenza, il profesor Bassetti trovi il tempo per fare polemica sulla presunta scelta politica alla base dell’esclusione del San Martino dalla sperimentazione del farmaco Remdesivir. Nel giro di qualche ora la polemica è stata spenta dalla verità: la decisione tutt’altro che politica è stata presa dell’azienda produttrice. Certamente è auspicabile che si possa sperimentare il farmaco anche a Genova; resta il fatto che la dimensione del problema non è adeguata al livello di polemica: il San Martino ha chiesto di utilizzare il farmaco per 21 pazienti e i numeri del disastro ligure sono purtroppo molto più alti, e nulla hanno a che fare con la sperimentazione del nuovo farmaco. Piuttosto sono frutto di una non gestione dell’emergenza e di una sottovalutazione della crisi. A marzo c’era chi invitava i turisti a passare le domeniche in Liguria, e chi definiva il coronavirus solo un’influenza un po’ più impegnativa».

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