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Coronavirus, le notizie di oggi. «Primi casi in Liguria già a dicembre»

Il bollettino con i dati relativi all'emergenza coronavirus nella nostra regione, aggiornati alla serata di sabato 23 maggio

Sono 3.883 le persone positive al coronavirus in Liguria nella giornata di sabato 23 maggio 2020 e 38 i nuovi contagi diagnosticati a fronte di 2206 tamponi. Continuano ad aumentare i guariti, 2.149 in totale (+9 in un giorno), e purtroppo anche le vittime, 1.412 da inizio emergenza.

I casi totali da inizio emergenza nella nostra regione sono saliti a 9.387. Scendono costantemente i ricoverati, 267 in tutta la Liguria sabato sera, 20 in terapia intensiva. Le persone in isolamento domiciliare scendono a 1.467, le persone in sorveglianza attiva sono 1.269.

Ospedali, per la prima volta i ricoverati scendono sotto i 300. Vicini i 3mila tamponi al giorno

A venerdì sera, per la prima volta da molte settimane, i ricoverati in ospedale in Liguria sono scesi dunque sotto i 300.

«Abbiamo 278 ricoverati attualmente in ospedale, e scendiamo sotto le 20 per quanto riguarda le terapie intensive - ha detto il governatore ligure Giovanni Toti - è uno straordinario risultato per il decrescere della malattia, è confortante che tante persone abbiamo imparato una nuova vita, a uscire ma a rispettare le regole».

Confermato anche l’aumento di tamponi: giovedì sono stati 2.518 quelli effettuati, per un totale di 89.529 da inizio emergenza, il che significa, a detto Toti che  «stanno entrando in produzione i nuovi macchinari del San Martino e del Sant’Andrea di Spezia in modo da arrivare al 3 giugno con 3mila tamponi al giorno».

Il San Martino è stato inoltre scelto, unico in Italia, per una sperimentazione per usare un'apparecchiatura che può fare test rapidi molecolari sul campo: «Non dover trasportare le provette dal luogo del prelievo al laboratorio fa risparmiare tempo - ha detto l'assessore alla Sanità Sonia Viale - e se il risultato viene comunicato in 30 minuti in questo modo riusciremo in tempo reale a proteggere gli ospedali, le rsa e poi tutto il territorio»

«Il virus circolava già a dicembre»

«Grazie alle indagini previsionali epidemiologiche e alle ricerche coordinate dalla nostra task force di Alisa, l’Azienda ligure sanitaria, possiamo confermare che la presenza del Covid-19 in Liguria risale a dicembre, ben prima quindi del cosiddetto ‘paziente zero’ di Codogno. Questo significa che siamo stati investiti molto presto da questa pandemia, ma abbiamo reagito bene, garantendo una risposta efficace con tutti i posti letto necessari a curare i nostri pazienti, sia nelle terapie intensive sia nei reparti di media intensità. È la dimostrazione dello straordinario livello di capacità e preparazione dei nostri esperti, insieme ai quali siamo riusciti ad affrontare al meglio la fase più critica della pandemia e con i quali continuiamo a lavorare per il monitoraggio in questa delicata fase2, con dati che anche questa sera sono confortanti». Così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti ha detto ancora Toti.

Il coronavirus in Liguria circolava quindi già da dicembre, come spiegato in maniera più dettagliata da Filippo Ansaldi, direttore della task-force Alisa sull’emergenza covid-19. Il responsabile Prevenzione di Alisa ha confermato che «il dubbio che il coronavirus circolasse già prima del 25 febbraio 2020 (data del primo caso ufficiale riscontrato ad Alassio) è emerso con la definizione del modello previsionale epidemiologico, realizzato da Alisa per dare una risposta sanitaria efficiente alla nuova emergenza in termini di posti letto e misure di prevenzione. Quel modello ha messo mette a confronto i pazienti Covid ricoverati nei reparti a media e alta intensità e quelli previsti: il quadro emerso ha fatto pensare che la circolazione del virus fosse verosimilmente antecedente la rilevazione dei primi casi confermati di Covid-19 in Liguria e riconducibile alla fine del 2019. La successiva ricerca sulle tac polmonari e le indagini sierologiche sulla popolazione di donatori hanno evidenziato che verosimilmente la circolazione del Covid in Liguria sia iniziata a partire da dicembre 2019».

L’indagine sulle tac, ancora in corso, ha coinvolto i tre centri radiologici più rilevanti sistema sanitario regionale (Asl 2, ospedale Galliera e Policlinico San Martino) che hanno analizzato un campione di tac polmonari eseguite a partire da dicembre 2019: le tac polmonari, osservate attraverso valutazioni incrociate e secondo la classificazione della società olandese di radiologia, hanno evidenziato che i primi casi sospetti risalgono alla fine del 2019: a dicembre 2019 sono stati rilevati 5 casi suggestivi e un caso molto probabile, a gennaio 16 casi suggestivi e 42 casi molto probabili.

Inoltre da circa un mese sono in corso le indagini sierologiche sulla popolazione dei donatori di sangue: si osserva che nel mese di dicembre 2019 già 9 donatori avevano le IgG positive (anticorpo specifico al covid-19 che evidenzia l’entrata in contatto con il virus) mentre nel mese di gennaio 2020 i donatori con IgG positive sono 13.

Spostamenti nei Comuni fuori Liguria

Da venerdì 22 maggio chi vive in Liguria nei Comuni confinanti può andare nelle regioni limitrofe per far visita a congiunti con rientro in giornata, grazie all’intesa con il Governo e la comunicazione inviata ai presidenti di Piemonte, Toscana e Emilia Romagna. Le persone interessate devono portare con sé copia dell’autocertificazione che attesta la presenza del congiunto nel comune limitrofo a quello di residenza nella regione confinante.

«Abbiamo finalmente posto rimedio - commenta Toti - ad un problema che ci era stato sollevato da più parti, in relazione agli spostamenti tra regioni, vietati fino ad oggi. Con la comunicazione inoltrata oggi ai presidenti di Regione coinvolti e contestualmente ai prefetti, non ci sarà più alcun problema».

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