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Coronavirus

Coronavirus: tornano ad aumentare i positivi, 1.195 il totale delle vittime

Ultimo weekend di lockdown prima dell'avvio della fase 2 in tutto il Paese. Continua a migliorare la situazione negli ospedali della nostra regione

I positivi al coronavirus in Liguria sono attualmente 5.279 (98 più di ieri), con 1.838 guariti (77 più di ieri) e, purtroppo, 11 morti registrati nelle ultime 24 ore, che portano il totale a 1.195. Il totale dei casi da inizio emergenza è di 8.312 (186 più di ieri). In costante diminuzione gli ospedalizzati (715 totali, 19 in meno di venerdì), stabili le terapie intensive (68), a casa, invece si curano 2.883 persone.

Sono invece 1.681 le persone asintomatiche ormai, ma ancora positive al test e dunque contagiose, e in in autmento le sorveglianze attive, che sono 1.969. In provincia di Genova il maggior numero di casi positivi, 3.170. Seguono Imperia, con 897, Savona, con 864, e La Spezia, la provincia che a oggi registra il minor numero di casi, 340. I tamponi effettuati sono 53.202.

Il bollettino nazionale di venerdì 2 maggio 2020

Il totale delle persone che hanno contratto il virus in Italia è 209.328, con un incremento rispetto a ieri di 1.900 nuovi casi. Il numero totale di attualmente positivi è di 100.704, con una decrescita di 239 assistiti rispetto a ieri. Tra gli attualmente positivi 1.539 sono in cura presso le terapie intensive, con una decrescita di 39 pazienti rispetto a ieri. 17.357 persone sono ricoverate con sintomi, con un decremento di 212 pazienti rispetto a ieri. 81.808 persone, pari al 81% degli attualmente positivi, sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi.

Rispetto a ieri i deceduti sono 474 e portano il totale a 28.710. Il numero complessivo dei dimessi e guariti sale invece a 79.914, con un incremento di 1.665 persone rispetto a ieri.

Nel dettaglio, i casi attualmente positivi sono 36.667 in Lombardia, 15.719 in Piemonte, 9.323 in Emilia-Romagna, 7.431 in Veneto, 5.365 in Toscana, 3.598 in Liguria, 4.452 nel Lazio, 3.205 nelle Marche, 2.721 in Campania, 1.282 nella Provincia autonoma di Trento, 2.954 in Puglia, 2.186 in Sicilia, 1.109 in Friuli Venezia Giulia, 1.879 in Abruzzo, 703 nella Provincia autonoma di Bolzano, 196 in Umbria, 730 in Sardegna, 98 in Valle d’Aosta, 713 in Calabria, 191 in Basilicata e 182 in Molise.

Toti: «Settimana prossima decisiva per monitorare i dati»

«Siamo al lavoro per la Fase 2 - dichiara il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti -. Dalla prossima settimana, con i nuovi macchinari, passeremo a 3 mila tamponi al giorno. E nelle prossime settimane, con i test rapidi, ne aumenteremo ancora. In più stiamo andando avanti con i test sierologici. Lunedì le nuove norme del Governo sostituiranno in gran parte le regole anticipate dalla nostra ordinanza come da molte altre Regioni. Norme assolutamente legittime al di là delle chiacchiere di qualcuno. Pensate che tra i tanti provvedimenti presi l’unico contestato dal Governo è stato quello che riguarda la toelettatura per cani. Sarebbe bello vedere come potrebbe andare a finire la discussione di fronte alla Corte Costituzionale. Ma ovviamente il Governo non lo impugnerà. Stiamo lavorando con l’Esecutivo per rinnovare in modo coerente con nuove regole le nostre ordinanze».

«La settimana prossima - prosegue Toti - sarà decisiva per monitorare i dati e mettere alla prova la responsabilità di tutti. Nessuno meglio di noi sa che non si deve sottovalutare il virus. Per questo l’impianto dei nostri ospedali, che per fortuna ancora oggi si stanno svuotando, resterà pronto per ogni necessità. La Liguria ha fatto uno sforzo gigantesco e siamo primi in Italia per terapie intensive in rapporto al numero di abitanti».

«Non cascheremo - dice ancora il governatore - nella strumentalizzazione dei dati né tanto meno siamo interessati al derby tra “chiusuristi” e “aperturisti”. Sappiamo che molte categorie soffrono, i soldi del Governo non arrivano e la Liguria ha bisogno di ripartire. Anche il Governo ha riconosciuto che nelle prossime settimane servirà più autonomia e che le Regioni potranno decidere, all’interno delle linee guida, le proprie necessità».

«Nessun contrasto con i Sindaci - conlcude Toti -, anche se qualcuno vorrebbe utilizzare questo momento per alimentare uno scontro politico che non esiste. Come chiediamo autonomia a Roma, mai interverremo sulle ordinanze dei Sindaci, che conoscono bene i loro territori e se riterranno di dover adottare provvedimenti più restrittivi si confronteranno con i propri cittadini, commercianti, imprenditori. Rilevo che un documento politico, firmato da una settantina di Sindaci su 234, per lo più di un colore politico, non sia il miglior modo per avviare un confronto. Con Anci Regionale abbiamo sempre mantenuto un rapporto costante e serio di confronto, tanto che il Presidente dei Sindaci Marco Bucci, partecipa ogni sera alla nostra cabina di regia. Non discuteremo mai le prerogative dei Sindaci, così come riteniamo non possano essere messe in discussione le esigenze di governo della Regione. Lunedì comunque comincia una nuova stagione con le nuove regole del Governo e siamo certi che le affronteremo con serietà, assumendoci ognuno le responsabilità legate al proprio ruolo».

Pd all'attacco: «Grave che operatori delle rsa asintomatici e positivi continuino a lavorare»

Il Gruppo Pd della Regione Liguria denuncia la grave situazione sanitaria che si sta verificando nelle RSA (Residenze Sanitarie Assistite) dove, secondo una nota di Alisa del 30 aprile, i medici, gli infermieri e gli operatori sanitari che sono stati sottoposti all'esame sierologico e sono risultati probabilmente infettati dal Covid-19, non vengono sospesi dal lavoro in attesa del risultato del tampone, con la conseguenza che chi di loro risulterà positivo quindi potenzialmente contagioso, rischia nel frattempo di trovarsi a contatto con le categorie più deboli della popolazione, cioè gli anziani ospitati nelle strutture residenziali. Il rischio è enorme, in una regione in cui la percentuale di deceduti nelle Rsa è già altissimo. E' vero che a questi soggetti è fatto obbligo di munirsi  di dispositivi di protezione individuale, ma sappiamo anche che in generale gli approvvigionamenti di Dpi continuano ad essere difficoltosi su tutto il territorio regionale. Avevamo lamentato che nella fase 1 il fatto di fare i tamponi soltanto ai sintomatici gravi e non ai sintomatici lievi e agli asintomatici abbia contribuito alla diffusione del virus negli ospedali e nelle strutture residenziali. La Regione Liguria deve organizzare i laboratori in modo che si possa ottenere il risultato del tampone in ventiquattr'ore per gli asintomatici positivi all'esame sierologico e fare i tamponi su larga scala, partendo da coloro che devono andare a lavorare. In caso contrario è giusto lasciare a casa il personale risultato positivo al test per evitare altre fonti di contagio. Invece la disposizione attuale rischia di farci correre nella Fase 2 gli stessi rischi che abbiamo purtroppo riscontrato nella Fase 1. Errare è umano, perseverare è diabolico. Alisa ancora una volta non si rivela all'altezza dalla situazione. Ci auguriamo che una disposizione di questa natura venga al più presto revocata.

Gli spostamenti in città, Bucci: «Restiamo a casa anche nel weekend»

Più 8% di spostamenti in città rispetto a mercoledì scorso quando già l'aumento rispetto ai giorni precedenti era in netto aumento. Il sindaco Bucci lancia l'ennesimo appello: «Speriamo sia l'ultimo weekend che passiamo così ma ancora una volta "restiamo a casa"».

Nel frattempo a Tursi si è lavorato per la fase 2. Si è discusso sui trasporti e la mobilità ecosostenibile, sulla nautica da diporto e sulla parziale apertura di passeggiate e spiagge. «Da lunedì 4 maggio con il nuovo decreto del Governo faremo il punto su tutto».

Fase 2, la Regione: «Dal 4 maggio spesa in tutto il territorio della provincia»

L’assessore regionale Giacomo Giampedrone ha inoltre annunciato un ulteriore adeguamento dell’ordinanza con cui la Regione ha recepito il dpcm in vigore dal 4 maggio.

L’ordinanza potrebbe consentire dal 4 maggio la spesa in tutti gli esercizi commerciali del territorio provinciale. 

«Si tratta di un adeguamento doveroso - ha detto Giampedrone - che può andare incontro alle esigenze di molti cittadini, ovviamente fatto in sicurezza, con trasporti in macchina come da norme vigenti: si fa la spesa e si torna a casa nel proprio comune di residenza. Non escludo che ci siano altri aggiustamenti e valutazioni che stiamo ovviamente portando avanti in queste ore».

Mascherine, dal 6 maggio distribuzione gratis in farmacia

Con l’entrata in vigore, lunedì 4 maggio, dell’obbligatorietà delle mascherine, la Regione ha annunciato che da mercoledì 6 maggio ne saranno distribuite gratuitamente 500mila attraverso le farmacie.

«I cittadini potranno ritirare due mascherine a testa con il codice fiscale - ha spiegato l’assessore regionale alla Protezione Civile, Giacomo Giampedrone -  da lunedì 11 è prevista la distribuzione della seconda parte del milione a disposizione, ma la decisione arriverà a valle di quella che è la decisione del provvedimento del Governo, cioè il nuovo decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, che prevede nei luoghi al chiuso e in tutte le attività legate al pubblico servizio per quanto riguarda il trasporto delle persone, l'obbligo della mascherina».

Dall'inizio della distribuzione gratuita, da parte di Regione Liguria, sono arrivate circa 800 segnalazioni di mancata consegna: «Sono state tutte girate a Poste Italiane che fa un contro verifica rispetto alla segnalazione e nel caso provvede».Neo papà in sala parto, via libera al San Martino

Da oggi, intanto, al San Martino sarà concesso l’ingresso in sala parto ai papà che ne fanno richiesta. Prima di entrare in sala parto il partner della futira mamma dovrà firmare un modulo informativo, illustrato dal personale sanitario, contenente le modalità comportamentali raccomandate da tenere all’interno della sala parto. 

Il momento dell’ingresso in sala parto verrà stabilito dagli operatori sanitari, previa esecuzione del triage per Covid in atto presso il Punto Nascita (anamnesi e misurazione della temperatura). L’accesso alla sala parto sarà consentito dopo avere indossato i dispositivi di protezione individuali (mascherina chirurgica da sostituire ogni 3 ore, cuffia, camice monouso e calzari), secondo le modalità illustrate dagli operatori sanitari e previo lavaggio delle mani. 

Per evitare di consumare inutilmente protezioni, non sarà consentito lasciare la sala parto per poi rientrare: al suo interno verranno date le disposizioni per seguire al meglio e condividere il travaglio, a seconda delle modalità scelte. Il partner, o la persona di fiducia scelta dalla futura mamma, poi potrà rimanere mamma e bimbo anche nelle prime 2 ore post parto.

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