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Coronavirus, la diffusione in Liguria rallenta. L’epidemiologo: «Fondamentale il distanziamento»

Il tasso di riproduzione del covid-19, inizialmente vicino a quello di Lombardia e Cina, diminuisce. Ma è grazie principalmente all’isolamento e alla riduzione dei contatti

Che il nuovo coronavirus fosse pericoloso soprattutto per la sua contagiosità è ormai cosa nota e ribadita. Sin dall’inizio dell’epidemia, esperti infettivologi ed epidemiologi avevano osservato la facilità con cui il covid-19 si trasmette, calcolando il cosiddetto “R con 0”, il tasso di riproduzione. Che in Liguria, durante il picco, è arrivato molto vicino a quello registrato in Lombardia o in Cina, nella regione dell’Hubei: R con 3/4, il che significa che ogni nuovo contagiato contagiava a sua volta, in media, dalle 3 alle 4 persone.

A oggi il tasso di riproduzione del coronavirus in Liguria si è abbassato: i dati testimoniano, ormai da 10-15 giorni, una graduale ma continua diminuzione della “contagiosità”, che pur non apparendo evidente dai numeri diffusi ogni giorno sulla totalità dei positivi, in aumento, è chiara nell’osservare il numero di nuovi contagiati in proporzione anche ai tamponi effettuati. E le misure di distanziamento sociale giocano un ruolo fondamentale: «Mai come ora è importante mantenerle, l’obiettivo è arrivare a R con 1, che significherebbe che ogni contagiato contagia a sua volta una persona, e poi scendere sotto, avvicinandosi allo 0: a questo livello, non ci sono nuovi contagi». A spiegarlo a GenovaToday è Andrea Orsi, professore associato di igiene all’Università di Genova, in servizio nell'unità operativa Igiene dell'Ospedale Policlinico San Martino.

«Il fattore R con 0 indica quanti individui possono essere contagiati con un singolo caso in una popolazione di soggetti tutti suscettibili - spiega ancora Orsi - il morbillo, per esempio, è il virus più infettivo e contagioso di tutti, il suo R con 0 è 15. Non è un caso che quando si ammala un bambino a scuola si ammala tutta la classe. L’influenza stagionale ha un R con 0 tra 1.5 e 2, il che significa che un singolo caso ne infetta in media altri due».

Ovviamente, l’R con 0 dipende da parecchi fattori che vanno dal tempo di incubazione alle condizioni di vita in comunità alle condizioni igieniche: «Il numero è una stima che può variare in tempo e luogo - conferma Orsi - ci sono zone del mondo in cui è elevato o basso, le prime stime del nuovo corona sono state fatte in Cina, nella provincia dell’Hubei, ed era tra 3 e 4, il doppio rispetto all’influenza normale. Ci sono altre zone dove adesso l’R con 0 è ancora abbastanza basso e non ha mai superato il livello di 2».

L’obiettivo è avvicinarsi, grazie alle misure di contenimento, a 1, e poi scendere ancora: «In questo caso un soggetto ammala solo un altro soggetto. In Liguria stiamo osservando che dopo una prima fase di aumento esponenziale, con l’R con 0 molto superiore a 1, ora stiamo assistendo a una riduzione dei contagi giornalieri. Vediamo nuovi casi, ma non tanti come prima, il che significa che l’R del virus si è abbassato, e questo non perché è cambiato il virus, ma perché abbiamo messo in atto misure di distanziamento sociale».

La partita, adesso, si gioca tra le famiglie, nelle mura di casa: «Dobbiamo cercare di isolare al massimo i possibili casi, è l’unico modo per impedire al virus di diffondersi». Le stime e le previsioni, in Liguria, lasciano intuire che se le misure di distanziamento verranno rispettate nelle prossime settimane, i contagi inizieranno a scendere più velocemente. 

L’oscillazione dei numeri di questi giorni, infatti, dipende molto dall’aumento dei tamponi che consentono di diagnosticare casi che potevano essere sfuggiti: «Il numero dei nuovi contagi deve essere rapportato al numero di tamponi fatti - conferma Orsi - La percentuale è in diminuzione da diversi giorni. Noi testiamo principalmente i pazienti ospedalizzati, ma con il potenziamento delle squadre a domicilio negli ultimi giorni abbiamo molti più tamponi e quindi un numero maggiore di positivi. I numeri però ci indicano una riduzione dei nuovi contagi, anche perché nelle statistiche vengono riportate anche persone già positive, ma non più sintomatiche. Ci stiamo avvicinando all’uno, dobbiamo andare oltre e puntare a scendere e arrivare allo 0. Ovviamente è un obiettivo di medio periodo, probabilmente da qui alle prossime settimane assisteremo comunque a un continuo stillicidio di casi, ma se rispettiamo la distanza sociale e le regole saranno sempre meno numerosi».

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