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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Smart Working, anche il Comune sdogana il lavoro da casa

Tursi si aggiunge all'elenco degli enti e delle aziende che puntano sulla formula del "lavoro agile", consentendo ai dipendenti della pubblica amministrazione di svolgere le loro funzioni senza essere fisicamente in ufficio

Anche il Comune di Genova punta sulla digitalizzazione e sullo “Smart Working”, annunciando l’intenzione di attivare una serie di iniziative per consentire ai dipendenti della pubblica amministrazione di poter lavorare anche da casa senza necessariamente recarsi in ufficio.

Ad annunciarlo è stata l’assessore al Personale e alle Pari Opportunità del Comune di Genova, Arianna Viscogliosi, che ha definito il cosiddetto “lavoro agile” una «sfida in termini di miglioramento del benessere del dipendente, riduzione della spesa pubblica, aumento della produttività, miglioramento dei servizi ed efficientamento energetico e ambientale».

Il Comune segue dunque la strada già intrapresa da altre realtà genovesi, da Alisa all’Università passando per Istituto Italiano di Tecnologia e Inail: mercoledì 23 maggio a Tursi si terrà un incontro finalizzato proprio a confrontarsi con gli altri soggetti che hanno già sperimentato lo Smart Working per «analizzare e prendere spunto da esperienze, ricerche e strumenti che ci consentano di mettere a punto la migliore espressione possibile di questa modalità organizzativa».

Una decisione che il Comune ha preso non soltanto alla luce delle recenti innovazione tecnologiche e normative, ma anche tenendo conto delle condizioni climatiche che caratterizzano Genova: «La particolarità climatica comporta situazioni di allerta meteorologica che hanno un impatto anche sulla continuità dei servizi erogati dalle strutture operative degli enti - confermano da Tursi - Non interrompendo la propria attività, non causerebbero alcun disservizio».

Che cos’è lo Smart Working

Si tratta di un concetto di svolgimento del lavori importato da Oltreoceano, che consente ai dipendenti di aziende - pubbliche o private - di svolgere le loro mansioni da casa sfruttando soprattutto gli strumenti tecnologici a disposizione. L’obiettivo, confermano dal Comune, è cambiare il modello culturale organizzativo per migliorare la qualità della vita gestendo diversamente quotidianità e lavoro, favorendo allo stesso tempo la crescita della produttività e riducendo l’impatto ambientale generato dagli spostamenti delle persone nella percorrenza del tratto casa-lavoro.

Con l’adozione del concetto di “lavoro agile”, i dipendenti del Comune potranno dunque gestire e “modellare” il lavoro sulla base delle esigenze, senza stretti vincoli di orario e luogo. Un rapporto che andrà disciplinato da un preciso regolamento, ma che se applicato con successo ha dimostrato di apportare numerosi benefici sia sul lavoratore sia sull’azienda. A sdoganarlo a livello nazionale aveva pesanti la legge 81 del 2017, inserita nella piazza ampia riforma Madia, che stabilisce che nei prossimi tre anni le pubbliche amministrazioni dovranno permettere ad almeno il 10% dei dipendenti che ne faranno richiesta di usufruire della formula del lavoro agile.

Tra le regioni in cui lo Smart Working ha trovato maggiore applicazione c’è il Piemonte, capofila la Città di Torino, che conta già su 43 postazioni di lavoro da casa, 3 delle quali all’estero.

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