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Domenica, 28 Aprile 2024
Attualità Piazza dei Truogoli di Santa Brigida

"In Liguria 7mila famiglie attendono una casa popolare, ci sono 1.753 case sfitte"

"Le politiche abitative che vogliamo. In Liguria e in Europa" l'evento in programma domenica 17 marzo presso il Librido caffè di piazza dei Truogoli di Santa Brigida per discutere dei problemi e trovare soluzioni con Benedetta Scuderi, Selena Candia, Enrico Fravega e Maria Michela Tacchini

"Le politiche abitative che vogliamo. In Liguria e in Europa" è il titolo dell'evento in programma domenica 17 marzo, alle 17, presso il Librido caffè di piazza dei Truogoli di Santa Brigida, a Genova. Relatori e relatrici saranno Benedetta Scuderi (co-portavoce Federation of Young European Greens), Selena Candia (consigliera regionale della Lista Sansa), Enrico Fravega (sociologo e ricercatore dell'Università di Genova, autore del libro 'L'abitare migrante') e Maria Michela Tacchini (attivista di Generazione P).

"In Liguria 7.000 famiglie sono in attesa di una casa popolare e quelle assegnate sono appena 250 all'anno, a fronte di 1.753 case sfitte - spiega Selena Candia -. È una situazione imperdonabile, soprattutto se pensiamo che questi 1.753 alloggi (1.047 in provincia di Genova) non possono essere dati alle famiglie che ne hanno bisogno perché ancora da ristrutturare”. “A questi numeri - continua Candia - bisogna aggiungere le quasi 800 famiglie che sono state sfrattate nel 2023 solo a Genova. Grazie a una legge implacabile con i più deboli, anche chi torna in grado di pagare gli affitti dopo un periodo di difficoltà viene spesso lasciato senza un tetto".
 
La consigliera della Lista Sansa, dopo aver fatto una fotografia numerica della situazione, si sofferma sulle proposte che sono state avanzate in Regione per risolvere la problematica abitativa. "In questi ultimi anni abbiamo chiesto di utilizzare la tassa di soggiorno per gli appartamenti turistici (come quelli su Airbnb) per ristrutturare il patrimonio edilizio di Arte - sottolinea Candia -, abbiamo proposto che il pubblico si faccia soggetto garante per accordi tra chi possiede una casa privata sfitta (solo su Genova sono oltre 30 mila appartamenti) e le famiglie che ne hanno bisogno, sulla base del percorso virtuoso che ha fatto l'Agenzia per la Casa di Modena. Abbiamo inoltre proposto sconti o azzeramento degli affitti per le famiglie che si occupano della manutenzione negli alloggi Erp, e la regolamentazione degli affitti brevi turistici nei luoghi liguri dove entrano in conflitto con la residenza stanziale. Purtroppo tutte queste proposte non sono state accolte dal centrodestra che amministra la Regione. Ma il problema c'è e non si può più far finta di non vederlo".

Dalla situazione ligure al quadro europeo. Per la co-portavoce dei Giovani Verdi Europei, Benedetta Scuderi, l'emergenza abitativa sarà uno dei temi principali da affrontare a Bruxelles nella prossima Legislatura. "Siamo davanti a una vera e propria emergenza abitativa, che ha delle conseguenze serissime in vari ambiti, tra cui lo studio, il lavoro, la salute fisica e mentale - spiega Scuderi -. Per questo motivo ci confronteremo, anche a Genova, sul tema del diritto alla casa, per promuovere delle politiche di tutela a livello locale ed Europeo. Nel Parlamento UE vogliamo lavorare per aumentare i fondi destinati all’edilizia pubblica e alla ristrutturazione, contrastare la speculazione e insistere sulle pratiche di regolamentazione degli affitti brevi, puntando sulla trasparenza".

Sul tema dell'emergenza abitativa, domenica verrà discusso anche il punto di vista dei migranti. A portare una analisi innovativa sarà il sociologo e ricercatore dell'Università di Genova Enrico Fravega, autore del libro 'L'abitare migrante'. "L'Italia non è un paese facile per l'abitare - sottolinea Fravega -. Il 70/75% degli italiani abita in una casa di proprietà, e questo significa che l'accesso alla casa avviene spesso con eredità e/o aiuti da parte della famiglia. Inoltre siamo insieme a Spagna e Grecia tra i Paesi europei con meno appartamenti di edilizia residenziale pubblica. Le due cose combinate insieme rendono l'Italia un Paese ostile all'abitare per chi non può contare su risorse familiari e aiuti. I migranti che arrivano in Italia, poi, devono vivere con un nodo stretto tra lavoro, permesso di soggiorno e residenza: queste tre cose sono combinate tra loro e creano una situazione di costante precarietà. Dovremmo rimettere al centro il concetto stesso di casa – conclude il sociologo -. Non si può ridurre solo alle quattro mura misurabili e monetizzabili, la casa è anche uno spazio immateriale dove ogni individuo deve potersi sentire libero e autonomo".

La locandina dell'evento (3)-2

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