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Dai piccoli di riccio a quelli di capriolo, sos dell’Enpa: «Aiutateci ad aiutarli»

L’Enpa di Campomorone si occupa di fauna selvatica, e con la bella stagione arrivano moltissimi cuccioli in condizioni di difficoltà

Ci sono i tre piccoli ricci trovati sotto un cumuli di paglia, e ancora i pipistrelli appena nati, pulli caduti dal nido o attaccati da animali domestici e, inevitabilmente, i piccoli di capriolo “rapiti” dai prati: con le nuove nascite e le uscite dal letargo è una stagione di super lavoro per il Cras di Campomorone, il centro di recupero animali selvatici dell’Enpa, e tra le necessità primarie per far fronte alla situazione c’è quella di latte.

I volontari dell’Enpa hanno affidato gli appelli ai social, dove spesso vengono fornite anche indicazioni utili per salvare (o non salvare, a seconda della situazione) animali selvatici. In alcuni casi, come quelli che riguardano i caprioli trovati in mezzo all’erba, la raccomandazione più diffusa è quella di non toccarli e lasciarli al riparo della vegetazione per consentire alla mamma di ritrovarli, consiglio del tutto simile a quello che riguarda i piccoli volatili, che spesso cadono dal nido ma vengono poi “recuperati” dalle madri, a patto di non essere “contaminati” dal tocco umano.

Non è stato però il caso del pullo di cuculo catturato da un gatto domestico e ferito: preso in carico, verrò rimesso in libertà appena le sue condizioni lo consentiranno. Stesso destino per i ricci e per i piccoli di capriolo, così come per i piccoli pipistrelli arrivati nei giorni scorsi: «La stagione dei piccoli di pipistrello è ormai iniziata, non vogliamo essere impreparati», scrivono dall’Enpa, consigliando poi la tipologia di latte necessario e come acquistarlo.

L’appello, in generale, è quello di contribuire con ciò che si può, visto anche il periodo: oltre al latte, sono sempre utili materiali sanitari, e a seconda delle stagioni asciugamani e lenzuola.

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